Si trova in Çember Sokak, nel quartiere di Balat, ai piedi del VI colle, a poche centinaia di metri dalle mura terrestri e prossima alle mura marittime che costeggiano il Corno d'oro.
L'edificio, convertito in moschea in una data anteriore al 1512 dal Kapicibaşi (letteralmente =guardiano della Porta, era il maestro di cerimonie del Palazzo ottomano) Koca Mustapha Pasha (1), è stato profondamente rimaneggiato in epoca ottomana: la cupola bizantina – crollata durante il terremoto del 1509 - è stata sostituita con quella ottomana a scodella, priva di finestre, il nartece è stato sostituito da un portico ligneo e dal minareto e la fenestratura è stata completamente rivista mentre decorazione interna e arredi sono stati rimossi.
Facciata orientale
La facciata orientale presenta tre
absidi aggettanti a tre facce, dove è evidente l'alterazione della
fenestratura, in particolare quella che si apriva nell'abside
centrale venne murata per allocarvi all'interno il mihrab.
Le evidenze archeologiche superstiti
dell'impianto della chiesa originaria sembrano suggerire una pianta a
croce greca inscritta, con cupola centrale eretta su pilastri ad L, ed una datazione al IX secolo.
Nel diaconikon è stata collocata dai
turchi la tomba di Hazreti Cabir (Jabir) Ibn
Abdallah-ül-Ensarı (2), un compagno di
Eyüp che si ritiene caduto nei
pressi durante il primo assedio arabo di Costantinopoli (674-678).
Interno
Sulla destra s'intravede il diakonikon trasformato in tomba di Hazreti Cabir (Jabir) Ibn Abdallah-ül-Ensarı.
All'esterno della parete meridionale, in tre nicchie che appaiono realizzate in un'epoca successiva a quella di fondazione della chiesa, nel 1957 furono scoperti altrettanti affreschi. Probabilmente in un'epoca non meglio precisata, in questo punto venne addossato al corpo principale un paraekklesion – di cui oggi non rimane più nulla - destinato ad accogliere delle sepolture nello spessore della parete esterna (3).
Lato sudest, in rosso sono indicate le lunette dove si trovano gli affreschi.
Nella lunetta centrale è raffigurato
l'Arcangelo Michele, San Damiano in quella alla sua destra e San
Cosma in quella alla sua sinistra. I due santi anargiri sono
raffigurati con in mano strumenti che alludono alla loro professione
di medici.
L'Arcangelo Michele
San Cosma
San Damiano
La presenza dell'Arcangelo Michele
psicopompo, accompagnato dall'epiteto di φηλαξ [sic]
(φυλαξ=custode), sembra confermare la destinazione del
paraekklesion ad uso sepolcrale.
Soprattutto in base alla forma delle
lettere delle didascalie, è possibile datare questi affreschi alla
prima metà del XV secolo. Si tratta quindi di una delle
testimonianze più recenti dell'arte bizantina tra quelle rinvenute a
Costantinopoli (4).
Lato sud ovest, con il minareto ed il portico ligneo aggiunti in epoca ottomana
Per questa chiesa sono state avanzate tre possibili identificazioni:
1) chiesa dei santi Pietro e Marco.
Fu avanzata per la prima volta dal patriarca Costanzio I (1830-1834).
Secondo il Sinassario costantinopolitano questa chiesa fu fondata nel
quartiere della Blacherne da due patrizi, Candido e Galbio, nel 458,
al ritorno da un viaggio in Terrasanta per custodirvi la tunica della
Vergine che avevano ritrovato. Non c'è però alcuna evidenza
archeologica che possa far risalire l'edificio in questione al V
secolo.
2) chiesa di Santa Tecla.
Teofane Continuato narra che Tecla, la figlia maggiore
dell'imperatore Teofilo (829-842), fece costruire una nuova camera da
letto nel Palazzo delle Blacherne che dotò di un oratorio dedicato
alla santa sua omonima. Questa identificazione, mentre concorda con
la presunta datazione dell'edificio, contrasta invece con il dato
topografico: è infatti impossibile estendere i limiti del palazzo
fino a questo punto senza escludere l'accesso del pubblico alla
invece popolarissima chiesa della Theotokos delle Blachernae.
L'edificio inoltre appare decisamente fuori scala per poter
corrispondere alla cappella privata a cui accenna Teofane Continuato.
Quartiere delle Blachernae.
1.Atik Mustafa Pasha camii; 2.La moderna chiesa della Theotokos delle Blachernae eretta nel 1867 dalla comunità greco-ortodossa nel punto in cui sorgeva quella omonima andata distrutta nell'incendio del 1434; 3.Toklu Dede Mescidi, un edificio di epoca comnena a lungo identificato con la chiesa di Santa Tecla e demolito quasi completamente nel 1929.
3) chiesa dei santi Cosma e Damiano.
E' stata proposta da Aran sulla scorta del ritrovamento degli
affreschi sopra citati. In base ai resoconti di viaggio di alcuni
pellegrini russi, sappiamo che questo monastero doveva trovarsi tra
il Palazzo delle Blachernae e la chiesa di santa Teodosia. Nel
typicon del monastero è però scritto che, fondato da un logoteta
del dromo il cui nome non viene menzionato, fu saccheggiato e
devastato durante l'occupazione latina e rimase in rovina fin quando
l'imperatrice Teodora, moglie di Michele VIII (1259-1282), non ne
rilevò il patronage facendolo ricostruire. Manca però qualsiasi
evidenza archeologica di un intervento che possa essere riferito al
periodo paleologo.
Note:
(1) Koca Mustapha Pasha fu nominato
Gran Visir nel 1511 da Beyazit II che lo fece però giustiziare
l'anno successivo.
(2) La moschea è nota anche con il
nome di Hazreti Cabir cami.(3) La pratica di seppellire i morti in arcosoli ricavati nello spessore delle pareti esterne delle chiese sembra diffondersi tra il XIII ed il XIV secolo.
(4) A causa della particolare importanza religiosa della moschea, dovuta alla presenza della tomba di Hazreti Cabir (Jabir) Ibn Abdallah-ül-Ensarı, questi affreschi sono stati nuovamente coperti e non sono attualmente visibili.