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sabato 3 settembre 2016

L'arco di Traiano ed il ponte sull'Ofanto, Canosa

L'arco di Traiano, Canosa


Usciti da Canosa scendendo dal colle per la Via Cerignola, superato il passaggio a livello della ferrovia Barletta-Spinazzola, s'incontra sulla sinistra l'arco di Traiano. Si trova attualmente all'interno di un vivaio privato ma è sempre accessibile al pubblico.
L'arco sorgeva lungo l'antica via Traiana, una variante dell'Appia costruita tra il 108 ed il 110 su un preesistente tracciato di epoca repubblicana che collegava Benevento e Brindisi, e segnava l'accesso onorario alla città. Noto in ambito locale anche come Arco di Varrone, dal nome di Gaio Terenzio Varrone, uno dei consoli che furono sconfitti a Canne (216 a.C.) da Annibale, risale presumibilmente all'epoca in cui fu costruita la strada.

 
Si presenta come un arco a un solo fornice - come quello dedicato dal Senato all'imperatore nel 114 ed eretto a Benevento, città da cui partiva la via Traiana - costruito in laterizi e probabilmente in origine rivestito di marmo. Sui piloni si notano delle lesene disposte sugli spigoli esterni e al centro dei lati sulla fronte dell'arco, che dovevano sorreggere una trabeazione. E' alto circa 13 m (il basamento è parzialmente interrato), largo 12 e profondo 5 ed era sormontato da un attico oggi completamente scomparso.

Bassorilievo conservato nel Museo diocesano di Trani raffigurante un guerriero dace.

Sulla base di alcune convergenze iconografiche con il ciclo raffigurato nella Colonna Traiana e dell'assoluta mancanza in Puglia di altri rilievi di epoca romana che raffigurino episodi bellici, Luigi Todisco (1) ritiene che questi due frammenti, l'uno attualmente conservato nel Museo diocesano di Trani e proveniente dalla chiesa di S.Maria de Russis (attualmente ridedicata a San Giacomo) dove era stato reimpiegato come spolia e l'altro incassato in una delle pareti di castel del Monte, possano essere considerati coevi e provenienti da uno stesso monumento, di carattere pubblico, volto a celebrare le guerre daciche di Traiano conclusesi nel 106. Lo studioso ritiene inoltre che questo monumento possa essere identificato nell'arco canosino e che i due frammenti appartenessero alla decorazione dell'attico oggi scomparso. 
 
Bassorilievo incassato nel cortile di Castel del Monte raffigurante un corteo trionfale
 
  
Il ponte sull'Ofanto: Proseguendo lungo la strada per Cerignola, ad una distanza di circa 3 km dal centro di Canosa, s'incontra il ponte con cui l'antico tracciato della via Traiana scavalcava l'Ofanto e che per secoli ha consentito di collegare Canosa alla Daunia.
 

 
L'imponente schiena d'asino poggia su una struttura in legno di quercia ricoperta di calcestruzzo e fondata su grossi blocchi tufacei e si articola in cinque arcate a tutto sesto, sorrette da enormi pilastri terminanti a cuspide.

 
Coevo alla costruzione della strada romana (108-110), pur rimaneggiato nel corso del tempo da numerosi interventi di manutenzione e di restauro dell'elevato, conserva tuttora intatti i pilastri, le spalle e la platea di fondazione.
Nel letto del fiume, ai piedi del ponte, s'intravede ancora la passerella in cemento realizzata durante l'ultimo conflitto mondiale per consentire il passaggio dei mezzi pesanti americani.

Note:
 
(1) L. Todisco, Rilievi romani a Trani, Castel del Monte, Canosa in Mélanges de l'Ecole française de Rome. Antiquité, tome 105, n°2. 1993, pp. 873-894

1 commento:

  1. Il ponte romano sull'Ofanto e ormai il simbolo del parco dell'Ofanto. Visioni architettoniche per un nuovo antico Ofanto sono nate recentemente dalle menti creative di giovani progettisti ispirate dalla storia di questo ponte https://youtu.be/Arow_KmD78w

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