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domenica 16 marzo 2014

Porta Salaria

Porta Salaria

 
La Porta consentiva alla via Salaria il passaggio attraverso le Mura Aureliane.
Sebbene in qualche fonte scritta ricorra il nome di Porta Sancti Silvestri, in quanto la via Salaria porta alle Catacombe di Santa Priscilla dove san Silvestro papa (314-335) era sepolto, a differenza di molte altre porte, Porta Salaria non ricevette un nome cristiano durante il Medioevo, probabilmente perché il traffico sulla via Salaria, importante arteria per il trasporto di sale, era ancora notevole, e questa caratteristica della via era ancora predominante su qualsiasi altra utilizzazione della stessa.
La porta era ad un solo fornice, con un arco in pietra sormontato da una cortina in mattoni, ed era affiancata da due torri semicircolari, l'occidentale delle quali (secondo J.A.Richmond) risaliva alla originaria cinta aureliana, come quella orientale di Porta Pinciana e quella occidentale di Porta Latina.
Il fatto che le due torri non fossero coeve sembra suffragato dalle loro diverse dimensioni: quella orientale aveva infatti un diametro di quasi 7,60 metri, mentre l’altra raggiungeva i 9,20. Non si può escludere che anche le altezze fossero diverse. Come per il resto delle Mura Aureliane, anche la Porta Salaria includeva costruzioni preesistenti, alcune tombe del Sepolcreto Salario (tra i più vasti e antichi cimiteri dei dintorni dell’Urbe) vennero infatti completamente inglobate nelle torri, con i rivestimenti in travertino spiccanti sullo sfondo della struttura in mattoni.
Durante il restauro voluto dall'imperatore Onorio (403), venne rinforzato l'arco, completandolo con parti in opus mixtum, e sopra di esso vennero aperti tre finestroni ad arco.
Il 24 agosto 410 da questa porta entrò il re visigoto Alarico, dando inizio al sacco della città. L’equivoco e dubbio atteggiamento tenuto, nella circostanza, da Onorio, non sembra privo di responsabilità nell’avvenimento, e il fatto che i battenti della porta fossero solo socchiusi, benché Alarico fosse accampato lì nei pressi, sembrerebbe accreditare i sospetti di una certa connivenza da parte dell’imperatore.
Nel 537 il tratto di mura tra la Porta Salaria e il Castro Pretorio fu teatro dell'inutile assedio dei goti di Vitige contro le truppe bizantine di Belisario asserragliate in città.
Il 20 settembre 1870 il tratto di mura tra Porta Pia e Porta Salaria (il più debole anche perché più esposto) fu lo scenario della fine del potere temporale dei papi.
Dopo cinque ore di cannoneggiamento fu possibile all'artiglieria del Regno d'Italia aprire una breccia nelle mura, la cosiddetta "Breccia di Porta Pia".
La Porta Salaria fu così danneggiata da questo attacco, che l'anno seguente venne demolita, per poi essere ricostruita nel 1873 su progetto di Virginio Vespignani.
 
Porta Salaria ricostruita dall'arch. Vespignani in una fotografia del 1890
 
Nel 1921 fu deciso di rimuoverla definitivamente, per facilitare la viabilità, e al suo posto si apre ora Piazza Fiume.
 
Piazza Fiume
 
Nell'immagine sottostante si nota parte del tracciato originario della porta disegnato dai sampietrini che furono disposti per evidenziarlo (ma successivamente alterato dai lavori per i sottopassaggi). Tra il marciapiede e il salvagente dell'autobus è ancora visibile un frammento dell'antico basolato. Alla destra dell'uomo aggetta verso la Salaria la sagoma della torre di destra della porta.
 
 
Il tratto di mura occidentale ospita esternamente, ottimamente conservata, l'unica latrina sospesa preservata delle 260 presenti nelle mura, costituita da una sporgenza semicilindrica poggiante su due mensole di travertino.
 
Latrina pensile
 
 
 
 

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