Figura di spicco della diplomazia
pontificia del XV secolo, Cristoforo Garatone nasce a Treviso,
probabilmente prima del 1398, da Pietro, un militare al servizio
della Serenissima, e da Riccardina. Frequenta la facoltà delle arti
a Padova, dove si laurea nel 1420, due anni dopo supera l'esame per
accedere al notariato ma non sembra che eserciti la professione.
Si trasferisce invece a Verona, alla
scuola di Guarino Guarini, dove frequenta il corso di greco fino al
luglio del 1423. In settembre è già a Costantinopoli, in qualità
di cancelliere del bailo veneziano Pietro Contarini, carica che
ricopre almeno fino al 1428. Non molto è noto delle relazioni che
strinse in questo soggiorno costntinopolitano da cui comunque ricavò
un perfezionato controllo del greco parlato e letterario e una
conoscenza dell'ambiente che si sarebbero rivelate di grande utilità
nelle missioni diplomatiche cui in seguito fu chiamato.
Tornato in patria, nel 1432 si fece
chierico. Nello stesso anno o nel successivo fu chiamato a Roma da
Eugenio IV, il veneziano Gabriele Condulmer, a ricoprire l'incarico
di scrittore apostolico e segretario pontificio, probabilmente su
suggerimento del gruppo di giovani trevigiani vicini al papa, come il
nipote Daniele Scoti.
Grazie alla sua conoscenza della lingua
e dell'ambiente, nel 1433 gli fu affidata la prima missione
diplomatica a Costantinopoli, dove si trattanne da luglio a settembre
intavolando con l'imperatore Giovanni VIII e con il patriarca
Giuseppe II trattative per la definizione di una comune piattaforma
che consentisse di celebrare un concilio ecumenico, cui
partecipassero la Chiesa d'Oriente e quella di Roma, nella speranza
di ricomporre l'unità dei cristiani. Seguendo le direttive del papa,
si dimostrò arrendevole come non era mai stata la diplomazia
pontificia, concordando con i Greci che il concilio si sarebbe tenuto
a Costantinopoli: la Chiesa romana sarebbe stata rappresentata da un
legato pontificio assistito da un gruppo di prelati e teologi.
Nel 1434, per concretizzare la
trattativa, fu nuovamente inviato nella capitale bizantina da cui
fece ritorno accompagnato da una delegazione imperiale formata dai
fratelli Giorgio e Manuele Dysiphatos.
Nello stesso tempo però i padri
conciliari riuniti a Basilea avevano intavolato trattative con altri
emissari greci sulla base di una diversa ipotesi, che prevedeva la
riunione del concilio in Occidente, con pregiudiziale quasi assoluta
per la città svizzera, al fine di garantirsi la massima indipendenza
dal pontefice. Eugenio IV inviò pertanto Garitone e i fratelli
Dysiphatos a Basilea nel tentativo di dimostrare che l'accordo da lui
negoziato era il più vantaggioso e aveva le maggiori probabilità di
successo; ma la missione non portò ad alcun ammorbidimento dei
conciliaristi.
A fine maggio del 1435 partì
nuovamente per Costantinopoli e ancora vi fu inviato per la quarta
volta l'anno seguente per rientrare a Bologna (dove si era trasferita
la Curia) insieme a due emissari greci, Giovanni Dyshipatos e Manuele
Tharcaniotes Bullotes, ai primi del 1437. In segno di riconoscenza
per i suoi servigi, lo stesso anno il papa gli assegnò la sede
vescovile di Corone.
Ai primi di settembre è di nuovo a
Costantinopoli, in qualità di nunzio apostolico, per concludere le
trattative preconciliari.
Giunto a Venezia al seguito
dell'imperatore nel febbraio 1438, durante le sessioni conciliari di
Ferrara e Firenze svolse un'opera preziosa d'interprete, di
assistenza e di cura dei problemi logistici e amministrativi. Alla
chiusura del Concilio (5-6 luglio 1439), fu incaricato di
riaccompagnare i prelati greci e di risiedere a Costantinopoli come
nunzio. Probabilmente sottovalutò l'estensione del movimento
antiunionista e le sue ragioni profonde (il decreto d'unione non fu
mai promulgato a Bisanzio) e verso la fine del 1441 fu richiamato in
Curia dal papa, insoddisfatto del suo operato.
Nel marzo 1442, Eugenio IV decise una
missione diplomatica in Ungheria per tentare l'organizzazione di una
crociata, designando come legato il card. Giuliano Cesarini, e come
nunzio Cristoforo Garatone. Di questa missione si sa solo che fu
piuttosto breve e che si svolse prevalentemente in Ungheria (dove
emergeva il prestigio militare del voivoda transilvano Giovanni
Hunyadi), mentre il Cesarini si
diresse in Polonia.
A metà febbraio del 1443 è
nuovamente designato come nunzio in Ungheria ma a metà aprile lo
troviamo già a Treviso. Sul finire dell'anno ricevette dal papa
l'incarico di coadiuvare il cardinal nipote Francesco Condulmer
nell'allestimento della flotta pontificia destinata a soccorrere
l'impero bizantino e si recò quindi a Venezia dove questi si
trovava. Verso la metà del 1444 fu inviato a Candia con l'incarico
di riscuotere la decima per la flotta pontificia e rimase nell'isola
per circa un anno. Ne l frattempo ci fu la disfatta a Varna (10 novembre1444) della crociata contro i Turchi che aveva contribuito a
promuovere ed il mesto rientro a Venezia della flotta guidata dal
cardinal nipote. Ma papa Eugenio IV non si rassegnò alle sconfitte
e nel settembre del 1446, Garatone partì nuovamente per l'Ungheria –
adesso sotto la reggenza di Giovanni Hunyadi – assieme all'oratore
bizantino presso la Santa Sede, Nicola Gudeles.
Il 23 febbraio 1447 muore papa Eugenio
IV ma il suo successore, papa Niccolò V, mantenne una inalterata
fiducia nel diplomatico e nel maggio 1448 Garatone viene designato
legato in Ungheria per la futura crociata. Trova la morte combattendo
contro i turchi a fianco degli ungheresi di Hunyadi nella disastrosa
battaglia di Kosovo Polje (18 ottobre 1448).
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