Si trovanoi al I miglio della via Latina all’altezza del civico 39.
Sono attualmente chiuse al pubblico: per la visita è necessaria un'autorizzazione da richiedere alla Pontificia Commissione di Archeologia Sacra.
L'ingresso alle catacombe
Il complesso cimiteriale, che si
sviluppa su due livelli ed in origine era composto da due nuclei
distinti, risale in gran parte alla seconda metà del IV secolo. Le sepolture sono
intensive, i loculi, chiusi da semplici bipedali, risultano
utilizzati più volte. Si tratta di deposizioni molto umili che denotano la
povertà delle persone qui sepolte.
Gli itinerari altomedievali
menzionano inoltre la presenza, nel sopraterra, di una piccola
basilica, dedicata ai santi Gordiano ed Epimaco, e di un mausoleo
dedicato a Trofimo di cui non rimane più traccia.
Secondo una passio ampiamente
leggendaria riportata dagli Acta Sanctorum, Gordiano era un
vicario dell'imperatore Giuliano (360-363) ed era un persecutore dei
cristiani: fu convertito dal presbitero Gennaro, che gli era stato
ordinato di interrogare, e fu battezzato insieme alla moglie Marina e
a 53 suoi familiari. Venuto a conoscenza dell'episodio, Giuliano fece
imprigionare Gordiano e lo fece decapitare: il suo corpo rimase
insepolto per cinque giorni, fino a quando un servo riuscì a
seppellirlo in un sepolcro al primo miglio della via Latina, accanto
al corpo di Epimaco. Quest'ultimo, cristiano di Alessandria, era
stato martirizzato – imprigionato e torturato per essersi rifiutato
di sacrificare all'imperatore, fu infine gettato in una fossa piena
di calce viva - circa un secolo prima sotto Decio (249-251),
successivamente le sue reliquie erano state portate e tumulate a
Roma.
La Notitia ecclesiarum urbis Romae, un itinerario per pellegrini noto anche come Itinerario di Salisburgo composto verso la metà del VII secolo, vi ricorda sepolti anche i santi martiri Quarto e Quinto (due chierici capuani martirizzati a Roma nel IV sec.), Sulpicio, Serviliano e Sofia.
L’unico cubicolo affrescato dell’intero complesso – il cosiddetto Cubicolo D - fu scoperto soltanto nel 1955, a seguito dei lavori di fondazione per la realizzazione di un nuovo edificio e presenta una pianta quadrata con tre arcosoli.
In una emivolta si osserva al centro
Cristo seduto in trono tra gli apostoli Pietro e Paolo, mentre più
lateralmente si dispongono due figure, probabilmente gli stessi
martiri eponimi Gordiano ed Epimaco, che gli offrono la corona del
martirio.
La Resurrezione di Lazzaro
Nell'altra emivolta, al centro Adamo ed
Eva tentati dal serpente mentre a sinistra si distingue la
Resurrezione di Lazzaro.
Susanna tentata dai vegliardi
Nella lunetta dell'arcosolio che si
apre sulla parete di destra è invece raffigurata Susanna al bagno
tentata dai due vegliardi (Daniele, XIII).
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