giovedì 19 giugno 2014

Gli Ardaburi

Gli Ardaburi

Per quasi cinquant'anni nel corso del V secolo gli Ardaburi, una famiglia di militari di origine alana che servirono per tre generazioni nell'esercito orientale ricoprendone le cariche più alte, giocarono un ruolo chiave nella lotta per il potere in entrambe le metà dell'impero.

Nel 424-425 Ardaburio Aspar ed il padre Ardaburio - che ricopriva la carica di magister militum - guidarono la spedizione che rovesciò dal trono d'Occidente l'usurpatore Giovanni Primicerio e v'insediò il giovane Valentiniano III sotto la reggenza della madre Galla Placidia. Nel 431 fu inviato in Africa, probabilmente con il grado di comes e magister militum, per sostenere il comes Bonifacio nella guerra contro i Vandali di Genserico. Nel 434, mentre si trovava ancora in Africa, in compenso per le vittorie riportate sui Vandali e per il ruolo svolto nel rimettere sul trono il ramo occidentale della dinastia teodosiana, nonostante fosse un generale dell'esercito d'Oriente, fu designato da Galla Placidia come console per la pars occidentis (1).
Nel 441, giudicando l'Africa proconsolare ormai perduta, Aspar fu inviato in Illirico – probabilmente come magister militum per Illyricum – dove cercò di opporsi senza successo all'avanzata di Attila. Nel 447 il figlio Ardaburio Iunior fu designato per il consolato per la pars orientis. Nel 450, alla morte di Teodosio II, Aspar giocò un ruolo decisivo nel favorire l'ascesa al trono di Marciano (450-457) che era stato un giovane ufficiale sotto il suo comando in Africa. Alla morte di Marciano nel 457, Aspar ricopriva la carica di magister militum praesentalis e favorì la successione di Leone I (457-474) che era un suo sottoposto e che riteneva di poter manovrare a suo piacimento. Nel 459 ottenne il consolato orientale Giulio Patrizio, il secondo figlio di Aspar. L'imperatore aveva promesso ad Aspar di dare in sposa a quest'ultimo la propria figlia maggiore Ariadne ma continuava a procrastinare la data delle nozze per un motivo o per l'altro. Nel 465 Ermenerico, il terzo figlio di Aspar, fu nominato console per la pars occidentis ma l'anno seguente il fratello Ardaburio Iunior, che occupava la carica di magister militum per orientem fu accusato di collusione con il re persiano. Un ufficiale isaurico della guardia imperiale, Tarasis, era venuto in possesso di lettere inviate da Ardaburio Iunior al sovrano sasanide Peroz I, con le quali lo sollecitava a prendere le armi e a invadere il territorio romano, promettendogli al contempo sostegno in questa impresa. Tarasis consegnò queste lettere all'imperatore che destituì Ardaburio Iunior dalla carica a cui elevò il cognato Basilisco, riducendo in questo modo l'influenza che il padre Aspar, che pure si dissociò apertamente dalla condotta del figlio, aveva a corte. Come premio per la sua lealtà, Tarasis ottenne la carica di comes domesticorum (comandante della guardia imperiale). Verso la metà del 466, sempre con l'intento di controbilanciare l'influenza di Aspar e della componente germanica dell'esercito, Leone I diede in sposa Ariadne a Tarasis che, probabilmente, cambiò in questa occasione il proprio nome in Zenone. Nel 467 Basilisco fu elevato alla carica di magister militum praesentialis, la più alta carica dell'esercito. In questa veste nel 468 guidò la disastrosa spedizione contro i Vandali, a seguito della quale venne punito dall'imperatore con l'esilio. Nel frattempo Aspar aveva tentato di far assassinare Zenone che, sfuggito ai sicari, riparò a Serdica. Con i suoi due principali antagonisti lontani dalla capitale, Aspar vide rafforzata la sua posizione e nel 470, sembra dopo aver rinunciato alla fede ariana e abbracciato il credo calcedoniano – precondizione necessaria per poter accedere al trono – suo figlio Giulio Patrizio sposò Leonzia, la figlia minore di Leone I, e fu nominato cesare. Aspar sembrava a un passo dal coronamento dei sogni imperiali che aveva nutrito per la sua dinastia (2). L'imperatore era però sempre più sospettoso nei confronti degli Ardaburi e nel 472 in una congiura ordita dall'imperatore stesso con l'appoggio di Zenone furono trucidati Aspar e Ardaburio Iunior seguiti poco dopo da Giulio Patrizio. Al solo Ermenerico, giudicato ininfluente, fu fatta salva la vita.

Il missorio di Ardaburio




Fuso in argento per un peso di 3600 gr ed un diametro di 42 cm, il missorio fu realizzato nel 434 per commemorare il consolato di Flavius Ardaburio Aspar.Venne rinvenuto nel 1769 in provincia di Grosseto ed è attualmente conservato nel Museo archeologico nazionale di Firenze (Inv. 2588).
Lungo il bordo esterno del piatto corre un'iscrizione che recita:
FL(avius) ARDABUR ASPAR VIR INLUSTRIS COM(es) ET MAG(ister) MILITUM
ET CONSUL ORDINARIUS
Al centro della composizione, su un trono con le gambe a forma di teste di leone, è seduto il console, accanto a lui, in piedi sta il figlio indicato dalla didascalia come ARDABUR IUNIOR PRETOR. Il console siede impugnando nella destra la mappula (una specie di fazzoletto da tasca usato dai nobili romani in certi costumi di gala) e nella sinistra uno scettro che termina in alto con i busti dei due imperatori d'Oriente e d'Occidente, Teodosio II e Valentiniano III. Il figlio con la destra saluta il padre mentre tiene la mappula nella sinistra.
Sopra di loro, entro due clipei, Ardaburio, padre del console e console a sua volta nel 427, e Plinta, un suo parente che fu console nel 419. Le due figure nei clipei impugnano lo stesso scettro del console e tra loro è tesa una cortina ad indicare che erano morti all'epoca della realizzazione del missorio.
Rispettivamente a destra e a sinistra del console stanno, nella funzione di littori, le personificazioni di Costantinopoli (3) e Roma. La seconda indossa un elmo a tre creste e un corto chitone mentre tiene nella sinistra un globo e nella destra il fascio littorio, la prima porta una corona di rose e foglie, impugna il fascio littorio con la destra e nella sinistra tiene un fiore ed una spiga di grano.

Lo schema compositivo del missorio riflette il tentativo da parte di Ardaburio Aspar di fondare una dinastia che si ponesse sullo stesso piano di quella regnante e ben esprime le ambizioni imperiali che questi nutriva per la sua famiglia (lui stesso non poteva accedere al soglio imperiale in quanto di fede ariana).

La cisterna di Aspar





Cisterna di Aspar, particolare del muro perimetrale a ridosso della moschea di Selim

Il nome degli Ardaburi è legato anche ad una delle più grandi cisterne a cielo aperto di Costantinopoli. Fatta costruire sul fianco del quinto colle da Aspar nel 459, presenta una pianta quasi quadrata con i lati lunghi di 152 metri e la muratura spessa 5 metri mentre la sua profondità superava i 10 metri. Conosciuta anche con il nome di Xerokipion, fu abbandonata dopo la conquista crociata.
Fino ai primi anni '80 ospitava al suo interno una sorta di piccolo insediamento agricolo con case di legno, orti e giardini in sostituzione del quale si trovano oggi impianti sportivi ed un centro commerciale.


fotografia del luglio 1982



Note:

(1) Nel tardo impero veniva nominato un console per la pars orientis ed uno per la pars occidentis dell'impero. Nei discorsi e nei documenti ufficiali della pars occidentis veniva nominato per primo il console occidentale, in quelli della pars orientis l'ordine veniva invertito.


(2) Leonzia era sì la figlia minore di Leone I ma, a differenza della sorella maggiore Ariadne, era porfirogenita, nata cioè dopo l'ascesa al trono del padre.


(3) Mentre l'identificazione della Tyche di Roma è evidente, quella di Costantinopoli appare più incerta. Il fiore e la spiga non sono infatti attributi usuali di questa personificazione. Meglio si adatterebbero invece a quella di Cartagine – la capitale del granaio dell'impero – la città dove Aspar fu nominato console.










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