Il Principato di Teodoro
Porta d'ingresso alla cittadella e facciata esterna del mastio, Teodoro (Mangup)
Dopo la conquista crociata di Costantinopoli nel
1204, ciò che rimaneva dei possedimenti bizantini in Crimea – la
parte occidentale dell'antico thema di Cherson (conosciuto anche come
Klymata) - divenne di fatto indipendente. Alessio I Comneno,
fondatore dell'Impero di Trebisonda, approdato nella penisola con un
contingente militare, ne forzò il governatore Teodoro II Gabras a
divenire suo vassallo formando la cosiddetta provincia d'oltremare
(Perateia). I Gabras, la cui dinastia governò
ininterrottamente il possedimento fino alla conquista ottomana
(1475), fortificarono la città di Doros nell'entroterra montuoso
sull'altopiano di Mangup e la rinominarono Teodoro, in onore del loro
antenato San Teodoro Gabras vissuto nell'XI sec (1), che ne divenne
il centro politico e amministrativo in luogo dell'antico capoluogo
bizantino di Cherson (2) troppo esposto alle scorrerie dei Tartari
dell'Orda d'Oro. La popolazione di questa enclave bizantina era di
origine molto composita (greci, alani, bulgari e visigoti) per quanto
accomunati dalla stessa fede ortodossa, la preponderanza della
componente di origine gota le valse il nome di Gotia con cui
il principato fu anche conosciuto.
Il controllo trapezuntino sulla
provincia d'oltremare fu comunque sempre più formale che reale e
scomparve del tutto con il crescere della pressione che l'Impero
niceno e i turchi selgiuchidi esercitavano sull'Impero di Trebisonda.
Il primo principe di cui si ha notizia
nelle fonti scritte è Demetrio Gabras che viene indicato dallo
storico del XVI secolo Teodoro Spandounes come partecipante alla
battaglia delle Acque blu (1362-1363) (3). Il Principato
mantenne sempre buoni rapporti con il confinante khanato dell'Orda
d'Oro, a cui pagava un tributo annuo, non altrettanto con i coloni
genovesi che, a partire dalla seconda metà del XIII secolo (4)
assunsero progressivamente il controllo della fascia costiera – che
i greci chiamarono Parathalassia ed
i genovesi Capitanato di Gotia - da Cembalo (l'attuale
Balaklava) a Lusta (Alushta) privando il piccolo staterello
dell'accesso al mare.
Alessio I Gabras (1411-1434):
durante il suo regno il principato raggiunse l'acme della sua
prosperità. Individuato il luogo adatto ad Avlita, nella baia dove
sfociava il fiume Cernaia, ad ovest della fascia controllata dai
genovesi, nel 1427 vi fece costruire un porto che protesse con una
fortezza costruita a Kalamita (Inkerman). Il porto iniziò subito a
funzionare molto bene e dotò finalmente il principato di un accesso
al mare consentendogli di ampliare i propri scambi commerciali ed
intaccare il monopolio genovese. Nel 1433 le continue scaramucce con
le colonie genovesi degenerarono in guerra aperta. Tra il 1433 e il
1434, con l'aiuto del khan Handj Ghirej, il principe assediò e
conquistò Cembalo.
La risposta genovese non si fece però attendere.
La risposta genovese non si fece però attendere.
Organizzata durante l'inverno, il 22
marzo del 1434, al comando di Carlo Lomellini salpò da Genova una
spedizione militare forte di 10 navi grosse e altrettante
galee su cui erano imbarcati 6000 uomini. La spedizione raggiunse
rapidamente il Mar Nero e Lomellini riprese Cembalo e s'impadronì
della fortezza di Kalamita quasi senza incontrare resistenza. Da
qui Lomellini raggiunse il quartier generale di Caffa e, quindi,
volendo castigare il khan
per l'appoggio dato ai ribelli, verso la metà di giugno marciò su
Solgat, ma la marcia d'avvicinamento, rallentata dai numerosi
carriaggi che trasportavano le armi pesanti necessarie per l'assedio
e dal gran caldo, non fu effettuata con le dovute misure protettive,
così che all'alba del 22 giugno, a poche miglia da Solgat, la
colonna genovese fu colta completamente di sorpresa dalla cavalleria
tartara che in uno scontro in campo aperto le inflisse fortissime
perdite (circa duemila uomini e tutti i carriaggi) costringendo
Lomellini a ripiegare su Caffa.
Nel 1429 la figlia di
Alessio, Maria, aveva sposato Davide II Comneno, l'ultimo imperatore
di Trebisonda.
Alessio II Gabras
(1434-1444): Successe al padre nel 1434 e
nel 1441 firmò con Genova un trattato di pace che riconosceva al
principato il possesso del porto di Avlita e della fortezza di Kalamita.
L'estensione del Principato di Teodoro nel 1444
Giovanni Gabras
detto l'Olubey
(1444-1460): Fratello del precedente.
Sposò Maria Paleologina Asanina da cui ebbe due figli maschi, Isacco
e Alessandro, ed una femmina, Maria, che sposò il principe Stefano
III di Moldavia.
Maria di Mangup, seconda moglie di Stefano III di Moldavia
arazzo di copertura della tomba
Monastero di Putna (Romania), 1477
Isacco Gabras
(1471-1474): Figlio di Giovanni Gabras.
Dopo la caduta dell'Impero di Trebisonda (1461), Stefano III di
Moldavia sentì direttamente minacciato dagli Ottomani il proprio
territorio. Il principe si sforzò quindi di formare una lega
antiottomana riunendo le forze del principato di Teodoro e quelle
delle colonie genovesi. La politica filoturca di Isacco ostacolava
però questo disegno e il principe moldavo, aiutato dai genovesi,
ispirò e appoggiò – inviandogli a sostegno 300 soldati moldavi -
il colpo di mano con cui il fratello minore Alessandro Gabras lo
rovesciò.
Alessandro Gabras
(1474-1475): non appena preso il potere,
la flotta turca al comando del Gran Visir Ghedik Ahmed pascià sbarcò
a Caffa (31 maggio 1474). Nonostante il contributo alla difesa del
khan Mengli Ghirej – che fu preso prigioniero dai turchi - la città
capitolò il 6 di giugno. Una dopo l'altra capitolarono tutte le
piazzeforti genovesi del Capitanato di Gotia, l'ultima a cadere fu
Cembalo, e i Teodoriti rimasero soli a difendere l'ultima enclave
cristiana in Crimea. La capitale del principato, costruita
sull'altopiano di Mangup, era protetta dalle pareti a strapiombo del
massiccio roccioso su cui sorgeva e da una triplice cerchia
difensiva, l'ultima delle quali era costituita dalla cittadella con
il mastio al cui interno si trovava la residenza dei principi.
L'armata ottomana la cinse d'assedio nel luglio del 1474 ma l'esigua
guarnigione teodorita rinforzata da un contingente di soldati moldavi
fu in grado di respingere ben cinque assalti infliggendo al nemico
gravi perdite. La particolare conformazione del terreno non
consentiva infatti agli ottomani di mettere in posizione le
artiglierie pesanti e ne ostacolava l'avanzata. In dicembre i turchi
sfondarono finalmente le difese ed il principe Alessandro si ritirò
con gli ultimi superstiti nella cittadella dove continuarono a
battersi strenuamente. Dopo la resa il principe e tutti i suoi
parenti maschi, eccetto uno, furono passati per le armi, mentre le
donne furono destinate all'harem del Sultano.
Note:
(1) Secondo alcuni
autori il nome di Teodoro deriva semplicemente dalla corruzione
dell'antico nome della città (τὸ Δόρος).
(2) Cherson, le cui rovine si trovano
nei pressi dell'attuale Sebastopoli, fu devastata dai Tartari di
Nogai Khan nel 1278. Fu definitivamente rasa al suolo sempre dai
Tartari nel 1399.
(3) La cosiddetta battaglia delle Acque
blu fu combattuta nell'autunno del 1362 o del 1363 sulle rive del
fiume Synjucha nei pressi della città ucraina di Torhovytsia
tra le forze del granduca di Lituania Algirdas e l'Orda d'Oro. La
vittoria lituana consentì al granduca di espandere i propri
possedimenti verso sud fino ad affacciarsi sul Mar Nero.
(4) L'insediamento dei coloni genovesi
in Crimea iniziò nel 1266 con l'acquisto della città di Caffa dall'Orda d'oro.
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