La Porta
consentiva alla via Salaria il passaggio attraverso le Mura
Aureliane.
Sebbene in qualche
fonte scritta ricorra il nome di Porta Sancti Silvestri, in
quanto la via Salaria porta alle Catacombe di Santa Priscilla dove
san Silvestro papa (314-335) era sepolto, a differenza di molte altre
porte, Porta Salaria non ricevette un nome cristiano durante il
Medioevo, probabilmente perché il traffico sulla via Salaria,
importante arteria per il trasporto di sale, era ancora notevole, e
questa caratteristica della via era ancora predominante su qualsiasi
altra utilizzazione della stessa.
La porta era ad un
solo fornice, con un arco in pietra sormontato da una cortina in
mattoni, ed era affiancata da due torri semicircolari, l'occidentale
delle quali (secondo J.A.Richmond) risaliva alla originaria cinta
aureliana, come quella orientale di Porta Pinciana e quella
occidentale di Porta Latina.
Il fatto che le due
torri non fossero coeve sembra suffragato dalle loro diverse
dimensioni: quella orientale aveva infatti un diametro di quasi 7,60
metri, mentre l’altra raggiungeva i 9,20. Non si può escludere che
anche le altezze fossero diverse. Come per il resto delle Mura
Aureliane, anche la Porta Salaria includeva costruzioni preesistenti,
alcune tombe del Sepolcreto Salario (tra i più vasti e antichi
cimiteri dei dintorni dell’Urbe) vennero infatti completamente
inglobate nelle torri, con i rivestimenti in travertino spiccanti
sullo sfondo della struttura in mattoni.
Durante il
restauro voluto dall'imperatore Onorio (403), venne rinforzato
l'arco, completandolo con parti in opus mixtum, e sopra di
esso vennero aperti tre finestroni ad arco.
Il 24 agosto 410
da questa porta entrò il re visigoto Alarico, dando inizio al sacco
della città. L’equivoco e dubbio atteggiamento tenuto, nella
circostanza, da Onorio, non sembra privo di responsabilità
nell’avvenimento, e il fatto che i battenti della porta fossero
solo socchiusi, benché Alarico fosse accampato lì nei pressi,
sembrerebbe accreditare i sospetti di una certa connivenza da parte
dell’imperatore.
Nel 537 il tratto
di mura tra la Porta Salaria e il Castro Pretorio fu teatro
dell'inutile assedio dei goti di Vitige contro le truppe bizantine di
Belisario asserragliate in città.
Il 20 settembre
1870 il tratto di mura tra Porta Pia e Porta Salaria (il più debole
anche perché più esposto) fu lo scenario della fine del potere
temporale dei papi.
Dopo cinque ore di
cannoneggiamento fu possibile all'artiglieria del Regno d'Italia
aprire una breccia nelle mura, la cosiddetta "Breccia di Porta
Pia".
La Porta Salaria
fu così danneggiata da questo attacco, che l'anno seguente venne
demolita, per poi essere ricostruita nel 1873 su progetto di Virginio
Vespignani.
Porta Salaria ricostruita dall'arch. Vespignani in una fotografia del 1890
Nel 1921 fu deciso
di rimuoverla definitivamente, per facilitare la viabilità, e al suo
posto si apre ora Piazza Fiume.
Piazza Fiume
Nell'immagine sottostante si nota parte del tracciato originario della porta disegnato dai sampietrini che furono disposti per evidenziarlo (ma successivamente alterato dai lavori per i sottopassaggi). Tra il marciapiede e il salvagente dell'autobus è ancora visibile un frammento dell'antico basolato. Alla destra dell'uomo aggetta verso la Salaria la sagoma della torre di destra della porta.
Il
tratto di mura occidentale ospita esternamente, ottimamente
conservata, l'unica latrina sospesa preservata delle 260 presenti
nelle mura, costituita da una sporgenza semicilindrica poggiante su
due mensole di travertino.
Latrina pensile
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