sabato 10 settembre 2016

Modone

Modone


Veduta aerea
 
La città fu conquistata una prima volta dalla flotta veneziana, che rientrava dalla Terrasanta al comando del doge Domenico Michiel (1116-1129), nel 1124. Il doge la restituì comunque all'Impero bizantino l'anno seguente, dopo averne fatto radere al suolo le fortificazioni. Conquistata dai veneziani nel 1206 – a seguito della conquista crociata di Costantinopoli – e definitivamente assegnata alla Serenissima dal Trattato di Sapienza (1209), rimase quasi ininterrottamente in mani venete fino alla conquista ottomana (9 agosto 1500). Riconquistata dal Morosini nel 1686 (guerra di Morea) dopo 16 giorni di assedio, fu tenuta nuovamente dai veneziani fino al 1715.
Sotto il dominio della Serenissima, la città divenne uno dei più importanti scali commerciali sulle rotte per il Mar Nero e i porti dell'Egitto e di Terrasanta tanto da essere spesso definita nei documenti veneziani dell'epoca occhio destro di Venezia.

La fortezza, già esistente in epoca bizantina, occupa l'intera superficie del promontorio fino all'isoletta antistante e, per la gran parte, deve il suo aspetto attuale alle opere di ammodernamento e restauro intraprese dai veneziani tra il 1686 ed il 1715.
Vi si accede attualmente per mezzo di un ponte di pietra di 14 arcate fatto costruire sopra il fossato che separava la fortezza dalla terraferma dal corpo di spedizione francese inviato da Carlo X a sostegno dell'insurrezione greca ed al comando del generale Nicolas Joseph Maison, che tenne la città dal 1828 al 1833.


Il ponte conduce ad una massiccia porta d'ingresso, incorniciata da due lesene sormontate da capitelli corinzi e affiancate da lance e vessilli scolpiti, che risale al 1714.


Un ampio fossato che corre lungo l'intero lato settentrionale separa la fortezza dalla terraferma. Una bassa fortificazione (falsabraga) – tra i due grandi bastioni – si alza a circa metà del fossato. Fu scavato già nel XIII secolo ma quello attualmente visibile risale anch'esso alla seconda dominazione veneziana, quando questi tentarono, senza successo, di estendere il fossato così da far penetrare il mare e isolare la fortezza dalla terraferma.

Sezione schematica delle fortificazioni sul versante settentrionale
1.Bastione 2.Parapetto 3.Scarpa 4.Camminamento coperto 5.Falsabraga 6.Fossato 7.Controscarpa 8.Spalto
 
Ai lati della Porta si trovano due bastioni: il bastione Loredan a sinistra, ed il bastione Bembo a destra.
 
Bastione Bembo: a forma di quadrilatero, costruito su di un rilievo roccioso, protegge l'angolo nordoccidentale del castello.
 
Bastione Bembo (visto da ovest)
 
Al suo interno si apre un cortile per facilitare l'accesso dei difensori, mentre il suo angolo nord-est ha la forma di una torre semicircolare. Si tratta di una costruzione imponente con l'obiettivo di contrastare le prime armi da fuoco. Secondo una iscrizione conservata sul lato occidentale, il bastione è stato costruito dal governatore Giovanni Bembo nel 1460. (Portando per la seconda volta il titolo di Pretore, l'illustre Signore Giovanni Bembo provvide la città di questo forte inespugnabile, nell'anno del Signore 1460, 30 ottobre).
Durante il secondo periodo di dominazione veneziana, in cui l'opera di rafforzamento delle difese fu particolarmente intensa, a questo bastione ne fu addossato un altro sul suo lato orientale (cfr. la veduta aerea). 
Ad ovest del Bastione Bembo, al termine del fossato, venne costruito un semibastione collegato al Bastione Bembo da un terrapieno compreso tra due cortine di pietra.
 
Il terrapieno ed il semibastione occidentale
 
All'interno il semibastione appare formato da una serie di camere parallele che sostengono la terrazza dove si disponevano i pezzi d'artiglieria. Questa, datata 1715, è anche l'ultima opera difensiva realizzata dai veneziani nel periodo 1686-1715.
 
Interno del semibastione occidentale
 
Bastione Loredan: è un massiccio bastione quadrilatero costruito sul lato nordorientale della fortezza. Si tratta dell'ultima di una serie di costruzioni aventi l'obiettivo di proteggere questo vulnerabile punto delle cinta.
 
I lati nord ed ovest del Bastione Loredan
 
Questo bastione, in cui, a livello degli spalti, si apre una singola filiera di cannoniere per pezzi di grosso calibro, controlla completamente il fossato.
 
Il lato est del Bastione Loredan
 
E' datato 1714 – sotto il governatorato di Antonio Loredan - da una iscrizione sul suo fronte settentrionale al di sotto del leone di San Marco. A quest'epoca risale anche la costruzione della falsabraga tra il nuovo bastione ed il Bastione Bembo.  
 
Il leone di San Marco e l'iscrizione incassati sul muro settentrionale del bastione
 
Subito dopo l'ingresso principale, un camminamento conduce, attraverso una seconda ed una terza porta, all'interno della fortezza e si apre sulla grande Piazza d'Armi, centro della vita sociale ed economica della città veneziana.
La porta che introduce alla Piazza d'Armi è l'antica Porta di Terraferma ed è attualmente formata da due porte giustapposte. Quella più interna, ad arco acuto e protetta da due torri rettangolari, risale probabilmente al XIII secolo. Ad essa verso la metà del XV sec, quando la porta venne rinforzata con un piccolo barbacane, ne venne addossata un'altra, quella del barbacane, ad arco a sesto ribassato.

L'antica Porta di Terraferma
 
Il quartiere dove si trovavano le abitazioni civili è separato dalla parte settentrionale da un muro rafforzato da quattro torri quadrate ed una ottagonale realizzato durante la prima occupazione ottomana.
A sinistra dell'ingresso al quartiere civile si trovano le rovine dell'edificio usato come residenza da Ibrahim Pascià nel 1825 e, dopo la conquista della piazzaforte, dal general Maison.
 
La Piazza d'Armi.
In primo piano la cosiddetta colonna di Morosini, a destra il muro di epoca ottomana che separa il quertiere civile da quello militare e, sullo sfondo, la polveriera di epoca veneziana.
 
La colonna di granito purpureo (alta 3.67 m) posta al centro della Piazza d'Armi proviene dal naufragio di una nave di epoca paleocristiana presso capo Spitha, vicino Modone, conosciuto come "naufragio delle colonne" (1). Il capitello della colonna è però di fattura veneziana ed originariamente vi era collocato un leone di San Marco. L'iscrizione onorifica su di essa (appena leggibile) porta la data del 1493. L'errata lettura del nome "Morosini" è responsabile dell'appellativo colonna di Morosini con cui è conosciuta. Nel capitello è raffigurato anche il leone di San Marco e uno stemma deteriorato, probabilmente di Pietro da Canal che fu governatore di Modone nel 1493.
Sul capitello si trova attualmente una lastra piana rettangolare sui lati della quale sono scolpiti tre stemmi. La lastra non è in relazione con la colonna né si sa da quale edificio proviene. In base agli stemmi, sono state identificate le famiglie Foscolo (a sn.), Bembo (a ds.) e Valaresso, esponenti delle quali hanno governato Modone nel 1394.
 
 
Nei pressi della colonna si trova un'altra lastra su cui è incisa la seguente iscrizione:
D O M
METHONEM COMMVNIRI
VALLIS MOENIIS ET PROPVGNACVLIS TERRA MARI(QUE)
MANDAVIT SENATUS
ANTONIO LAVRETANO PRO GNALI ARMO IN PELOPO(NNESO)
QVI TANTI OPERIS CVRA SVSTINENS
AD VRBIS ET REGNI TVTAMEN
FORTIORA MVNIMENTA EREXIT ET CLAVS(IT)
ANNO SALVTIS MDCCXIV

D(eo) O(ptimo) M(aximo)
Essendo Dio il più buono e il più grande
Il Senato ordinò di fortificare Methoni
con fossati, mura e bastioni da terra e dal mare
ad Antonio Loredan, generale del Peloponneso,
che avendo la responsabilità di un'opera così importante,
a protezione della città e del regno
eresse più potenti fortificazioni e le completò
nell'anno del Signore 1714

All'estremità occidentale della Piazza d'Armi si trova una piccola polveriera sormontata da una copertura piramidale che risale al secondo periodo di dominazione veneziana mentre sulla sinistra si staglia isolata la chiesa di Santa Sotira, la cui costruzione risale al periodo di occupazione del corpo di spedizione francese (1828-1833) durante la guerra d'indipendenza.
Chiesa di Santa Sotira
 
Dalla Piazza d'Armi parte in direzione del Bourtzi la strada principale della città intersecata da strade laterali che conducevano al porto. Percorrendola, sulla destra si notano i resti di due bagni turchi
 
Bagno turco
 
e a sinistra quelli della cattedrale di San Giovanni Evangelista di cui spiccano le rovine del minareto che le fu aggiunto durante la dominazione ottomana quando fu convertita in moschea.
Resti del minareto aggiunto alla chiesa di San Giovanni evangelista in epoca ottomana
 
Al suo estremo meridionale la strada termina con la porta da mar (Porta di San Marco) difesa dall'imponente castello da mar, rimaneggiato in epoca ottomana e recentemente restaurato, e formato da due alte (16 m.) torri quadrate in pietra porosa raccordate da una piattaforma e provviste di merlatura.
 
Castello da mar
 
Dalla Porta di San Marco, un ponte di pietra conduce al Bourtzi.

Il Bourtzi
 
Bourtzi: la costruzione del forte detto Bourtzi (dal turco burdz=fortezza), su un'isoletta antistante il castello da mar, fu iniziata poco prima del 1500 dai Veneziani, contemporaneamente alla costruzione di un analogo forte a Nauplia, e completata dagli Ottomani dopo la presa della città. Durante la seconda dominazione veneziana (1685-1715), la torre ottagonale a due piani ciascuno dei quali munito di parapetto merlato, fu circondata da un muro perimetrale. Qui furono massacrati molti prigionieri cristiani dopo la conquista turca del 1500. Nel corso del tempo è stato utilizzato come sede della guardia per la sorveglianza del porto, come faro e come prigione.
 
Il lato orientale delle mura è stato fortemente rimaneggiato in epoca ottomana e durante la seconda occupazione veneziana.
 
Porta del Mandrachion
 
Risalendo questo tratto delle mura verso l'ingresso della fortezza, esattamente al centro dell'antico porto (Mandrachion), tra la Porta di San Marco e quella del Mandrachion, si erge l'imponente torre di SE (anch'essa oggetto di un recente restauro).
 
La Torre di SE
 
Appare formata da due parallelepipidi allungati e giustapposti che comunicano tra loro e con il camminamento di ronda. Sul lato verso la città si aprono due archi a sesto acuto provvisti di una cornice in pietra porosa. La datazione dell'edificio appare incerta come pure la sua funzione giacchè appare dubbia quella difensiva (l'altezza eccessiva lo rende infatti facile bersaglio del fuoco d'artiglieria) (2).

Proseguendo in questa direzione s'incontra una massiccia torre quadrata in cui si apre la cosiddetta Porta Stoppa.
 
La Porta Stoppa dall'interno della fortezza
 
Sulla facciata esterna, in alto, si osserva al centro un rozzo leone di San Marco fiancheggiato ai lati dalle armi dei Foscarini. Più in basso le armi dei Michiel con scolpite le lettere P e M.
Esterno della Porta Stoppa
 
In corrispondenza della parte bassa della torre, la scarpatura aggiunta in epoca ottomana è crollata, lasciando scoperta la muratura originaria in cui è incassato un leone di san Marco fiancheggiato da due stemmi irriconoscibili.

Esternamente e parallelo alle mura del lato orientale c'era un molo che si congiungeva al Bourtzi e proteggeva il piccolo porto fortificato.

Il lato occidentale delle mura, rafforzato da cinque torri quadrate, risale nella sua forma attuale alla prima occupazione veneziana e mostra una minore accuratezza nell'esecuzione dovuta al fatto che la parete a strapiombo proteggeva già di per sè la fortezza da questo lato. Qui, un'eplosione durante la seconda guerra mondiale, ha riportato alla luce un tratto delle antiche mura di Modone.
 
Note:

(1) Una colonna simile a questa fu inviata a Venezia ed è ancora visibile in piazza San Marco.
(2) Lo sgombero delle macerie che occupavano l'interno dell'edificio intrapreso nel 2007, ha portato alla luce un emblema araldico riconducibile al governatore Antonio Bembo (1398-1399) ed attualmente collocato in terra su un fianco della costruzione. Due stemmi araldici figurano anche sui due lati dell'edificio nel dettagliato disegno realizzato dal viaggiatore tedesco Eberhard Reuwich durante il suo soggiorno del 1483.










 



 
 

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