Il mastio
Sorge nel luogo detto "Piano di Corte" sull’area di un’antica fortezza longobarda fatta edificare dal duca Arechi II a partire dal 871. Nel 1321 papa Giovanni XII da Avignone incaricò il rettore pontificio della città, Guglielmo de Balaeto, della costruzione di una sede fortificata per i "Rettori", che doveva essere edificata presso il monastero benedettino femminile di Santa Maria di Porta Somma, trasferendo le monache presso il monastero di San Pietro.
La nuova fortezza fu costruita su modello delle grandi costruzioni militari francesi di Avignone e di Carcassonne, nel punto più elevato del centro storico di Benevento e venne ultimata verso la fine del 1338 sotto il pontificato di papa Benedetto XII. Il progetto prevedeva un castrum ed un palatium, recintati da mura protetti da fossati, attraversati da tre ponti levatoi. La costruzione inglobò inoltre la porta orientale della città (Porta Somma), che venne ricostruita poco più oltre.
A partire dal 1586 la fortezza venne trasformata
progressivamente in carcere, rimasto attivo fino al 1865. Una parte
dell'edificio venne ricostruita nel XVIII secolo, a seguito delle
distruzioni provocate dal terremoto del 1702. Dell'antico castello si
conserva attualmente solo il mastio centrale, sottoposto a interventi
di restauro tra il 1959 e il 1960, che hanno portato al rinvenimento
dell'antica porta cittadina, in corrispondenza dell'androne del
mastio, e dei resti di un monumento funebre romano.
L’edificio assunse la forma attuale in seguito ai terremoti del 1688 e 1702 e ai conseguenti restauri voluti dal Vescovo Orsini e portati avanti - come per la chiesa di Santa Sofia – dall’architetto Carlo Buratti.
L’edificio assunse la forma attuale in seguito ai terremoti del 1688 e 1702 e ai conseguenti restauri voluti dal Vescovo Orsini e portati avanti - come per la chiesa di Santa Sofia – dall’architetto Carlo Buratti.
Le armi di papa Clemente XI Albani sotto il cui pontificato furono realizzati i restauri del 1703 ricordati nella lapide sottostante.
In particolare, osservando la Rocca dal Corso Garibaldi,
spicca la netta differenza tra la struttura militare, ovvero il
mastio, che conserva ancora le caratteristiche longobarde, nella cui
muratura sono ancora ben visibili gli elementi di spoglio di epoca
romana riutilizzati, e la struttura civile, ovvero il Palazzo, che
presenta elementi settecenteschi inequivocabili, tra cui la piccola
torretta con l’orologio, e che ha conservato fino ai nostri giorni
la funzione di palazzo pubblico.
Il Palazzo dei Rettori
Il complesso appare quindi composto da due corpi
distinti: il mastio ed il Palazzo dei Governatori (Rettori) pontifici
a pianta rettangolare con cortile interno.
Il mastio, di epoca longobarda, era in realtà il
castello vero e proprio (e per questo è detto anche
Castrum novum). Alto 28 metri a pianta
poligonale, fu costruito con materiale di spoglio proveniente da
edifici di età romana; lungo le sue pareti si aprono bifore ogivali.
Il Palatium,
che è quello che ha subito maggiori interventi di trasformazione,
accanto a particolari di epoca molto più antica, come i barbacani,
presenta elementi neoclassici come le finestre incorniciate e il
colonnato sormontato da un timpano, davanti ad una vetrata che si
apre sul cortile. La costruzione si sviluppa su tre piani: il piano
terra occupato dalle segrete; un doppio scalone conduce al primo
piano organizzato in ampi saloni con soffitti in legno; al secondo
piano torri di guardia danno accesso al terrazzo con ampia vista
sulla città. Una rampa conduce al giardino posteriore, che accoglie
un lapidario e diversi frammenti architettonici di epoca romana. Attualmente è sede dell’Amministrazione Provinciale, mentre il Castello ospita la sezione storica del Museo del Sannio.
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