in via Stefano
Borgia, per la visita chiedere alla chiesa di Santa Sofia
La chiesa del Santissimo Salvatore,
nonostante il suo aspetto barocco, è una delle più antiche chiese
di Benevento. Anticamente denominata “Ecclesia S. Salvatoris de
Porta Somma”, venne fondata in età longobarda, come testimonia un
documento, datato 22 febbraio 926, in cui si fa riferimento al
“monasterio Domini Salvatoris”.
Scavi archeologici eseguiti tra
1997 e 1999 hanno messo in luce, oltre alle fasi longobarde, resti di
un edificio sacro precedente, databile al VII secolo, poi sostituito
dall’impianto del secolo VIII-IX, ed una serie di sepolture (1).
Inizialmente la chiesa doveva avere una pianta quadrangolare con due
absidi.
Diversi elementi di spoglio (colonne, capitelli, epigrafi di
epoca romana) e l’antica porta in corrispondenza della navata
sinistra testimoniano le prime fasi costruttive della chiesa.
La colonna di spoglio reimpiegata nell'angolo sinistro della facciata, a destra, murato, l'antico ingresso della chiesa.
Nel 1161 la chiesa del Salvatore fu
restaurata e riconsacrata dall’arcivescovo Enrico. A tale
intervento sono ascrivibili alcuni archi a sesto acuto, ancora
visibili all’interno ed il portale di accesso alla chiesa ancora in
parte visibile nella facciata.
Nel 1650 furono aggiunti l’altare maggiore e la navata destra. In seguito al terremoto del 5 giugno 1688, il Vescovo Vincenzo Maria Orsini (il futuro papa Benedetto XIII), fece realizzare il pronao in facciata e internamente, fece coprire la capriata lignea da una volta incannucciata, obliterando le due absidi.
Note:
(1) Attreverso delle aperture praticate nel pavimento della chiesa, sono attualmente visibili due sepolture a logette, l'una singola, l'altra bisoma.
La tomba bisoma
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