Costantino Kalamanos fu un generale di origini ungheresi in forza all'esercito bizantino durante il regno di Manuele I Comneno.
Era il figlio primogenito di Boris Kalamanos e Anna Doukaina, una nobildonna imparentata con la dinastia comnena. La madre di Boris, la principessa Eufemia di Kiev, era andata in sposa al re d'Ungheria Coloman (1095-1116). Quando rimase incinta, il re sospettò che la gravidanza fosse frutto di una relazione adulterina e la ripudiò rifiutandosi di riconoscere il nascituro.
Cresciuto alla corte del nonno materno, il principe Vladimiro II Monomaco di Kiev, divenuto adulto, Boris intraprese alcuni infruttuosi tentativi per reclamare il regno che considerava suo di diritto. Riparato a Bisanzio dopo l'ascesa al trono di Bela II (1131) fu ben accolto da Giovanni II Comneno che gli diede in moglie una sua parente ma non gli fornì assistenza militare per le sue rivendicazioni.
Nato tra il 1137 ed il 1145, insignito del titolo di sebastos, nel 1163 Costantino Kalamanos fu nominato dall'imperatore Manuele II Comneno, in sostituzione del cugino Andronico Comneno, governatore della provincia di Cilicia, dove imperversava la rivolta autonomista guidata dal principe armeno Thoros II.
Giunto in Cilicia con forti rinforzi, pur non riuscendo a sedare del tutto la rivolta, riuscì ad ottenere la ritirata dei ribelli sulle montagne costringendoli ad abbandonare le piazzeforti di Anazarbo, Mamistra e Vahka che avevano occupato.
La provincia bizantina di Cilicia all'epoca del governatorato di Costantino Kalamas
Nell'estate del 1164, l'emiro di Aleppo Norandino cinse d'assedio la fortezza antiochena di Harim (Harenc) il cui possesso gli avrebbe spianato la strada per la conquista della capitale del Principato. Mentre Rinaldo di Saint Valery difendeva eroicamente la fortezza, il principe di Antiochia Boemondo III chiamò a raccolta le armi cristiane per difenderla.
Raimondo III di Tripoli, Costantino Kalamanos e lo stesso Thoros II risposero all'appello muovendo su Harim con le loro truppe. Particolarmente preoccupato per la presenza del contingente bizantino, Norandino levò velocemente l'assedio. Contro il parere di Saint Valery e di Thoros, Boemondo lanciò l'armata cristiana all'inseguimento con il risultato di infilarsi in una imboscata nei pressi di Artah in cui i musulmani fecero strage dei crociati catturando molti comandanti cristiani tra cui lo stesso generale bizantino.
Non volendo Norandino inimicarsi l'imperatore, Kalamanos fu il primo ad essere liberato dietro il pagamento di un riscatto non troppo oneroso (150 abiti di seta).
L'imperatore lo reintegrò nella carica di governatore della Cilicia che, durante la sua prigionia, era stata ricoperta prima da Alessio Axuch e quindi da Andronico Comneno senza che riuscissero a concludere una pace con gli armeni. Il generale ricevette anche l'incarico di recarsi ad Antiochia per conquistarsi l'affetto della sorella dell'imperatrice, Filippa, che era stata sedotta da Andronico. Ma, basso di statura ed anzianotto, non potè competere con il fascino dell'avvenente avventuriero di casa Comnena.
Alla morte del principe armeno Thoros II (1169) la bandiera della rivolta antibizantina e anticrociata fu impugnata dal fratellastro Mleh. Questi, dopo aver rinnegato il suo giuramento templare, si era posto al servizio di Norandino e, convertitosi all'Islam, ne aveva ricevuto sostegno economico e militare. Tra il 1170 ed il 1173 conquistò le città di Adana, Mamistra e Tarso, riuscendo a catturare lo stesso Kalamanos. Dopo questa cattura si perdono le tracce del generale, anche se un sigillo in cui compare il nome “Kalamanos” e datato 1175 sembra attestare che all'epoca fosse ancora in vita e libero.
Residenza
costantinopolitana del generale e dei suoi discendenti fino al 1192
fu il palazzo fatto costruire dal padre dell'imperatore Niceforo III
Botaniate (cfr. scheda Il quartiere veneziano di Costantinopoli, nota
2).
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