Facciata occidentale
Procedendo
dal villaggio di Trypiti verso Palatakia nella valle dell'Alfeo si
incontrano le rovine del monastero di Isova. Fondato nel 1225 da
monaci cistercensi stabilitisi nel Peloponneso durante il dominio
latino, fu incendiato dall'esercito bizantino circa 40 anni dopo la
sua fondazione (1).
La chiesa, molto
probabilmente dedicata a Nostra Signora, presenta una pianta a navata
unica e, come nel caso di Santa Sofia di Andravida, la navata era
ricoperta da un tetto di legno a capriate mentre le volte a crociera
ricoprivano il coro poligonale illuminato da finestre e rinforzato
all'esterno in corrispondenza degli angoli da speroni rettangolari.
L'ampia facciata occidentale è traforata da tre finestre gotiche.
Alte finestre gotiche si aprivano anche lungo la navata.
Le finestre gotiche del lato settentrionale
Sull'angolo
esterno sudoccidentale si trova l'unico elemento scultoreo superstite
(una gargoyle).
Gargoyle
La chiesa aveva molto probabilmente un ingresso sul lato
meridionale e due su quello settentrionale mentre il chiostro era
addossato al lato meridionale.
L'ingresso sul lato meridionale
Di
difficile interpretazione il muro che attraversa trasversalmente la
nave – in cui sono incorporati, forse per migliorare l'acustica,
dei vasi di ceramica (particolare che rende improbabile la sua
costruzione ad opera di pastori in un epoca molto successiva alla
distruzione del monastero come vorrebbe la tradizione locale) - che
potrebbe avere una funzione nel contesto di un monastero femminile
per separare le monache di clausura dai celebranti (dovrebbero però
esserci delle aperture attraverso le quali le monache potevano
ricevere la Comunione).
Interno. In primo piano il muro che taglia perpendicolarmente la navata
Nel complesso la chiesa monastica presenta fattezze squisitamente gotiche apparentemente senza traccia
di influenze bizantine.
Chiesa di San Nicola. Facciata absidale
Chiesa di San Nicola:
la piccola chiesa dedicata a San Nicola che si trova nelle immediate
vicinanze risale ad un'epoca successiva alla distruzione del
Monastero e presenta una pianta a tre navate con abside centrale
semicircolare e aggettante mentre le due absidiole che lo
fiancheggiano sono contenute nello spessore della muratura.
All'interno, ai lati dell'abside centrale, si notano due mensole su
cui s'impostavano gli archi che sostenevano la volta.
Le colonne che partivano lo
spazio interno in tre navate culminavano con capitelli gotici mentre
gli scavi hanno riportato alla luce un pavimento ad opus sectile.
Capitello a crochet proveniente dalla chiesa di San Nicola
Museo di Chlemoutsi
Note:
(1) Il monastero fu probabilmente incendiato nel 1263 dall'esercito di Costantino Paleologo, fratellastro di Michele VIII, che marciava su Andravida risalendo il corso dell'Alfeo prima di essere sconfitto dai Latini nella battaglia di Prinitza nei pressi dell'antica Olimpia (cfr. scheda Alessio Philes).
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