Chora, la fortezza di Chios
A nord del porto di Chios si trova la fortezza (Kastro) della città (circa 400 x 450 metri), che rivestì un ruolo importante nella storia medievale e moderna dell’isola, sia come centro di vita civile che militare. La struttura bizantina originale (IX–X secolo) fu accorpata alla fortezza genovese, dove si tenevano importanti attività legate al centro amministrativo della Civitas Chii.
Le fasi costruttive riconducibili ad ogni conquista dell’isola dal XIV al XVIII secolo sono ben evidenti ed indicano la grande cura impiegata nella fortificazione dei lati che davano sul versante interno dell’isola. Tuttavia, i bombardamenti del 1828, il terremoto del 1881 e la costruzione del porto hanno ampiamente modificato il suo aspetto originario.
Secondo le informazioni ricavate da documenti storici, la fortezza era anche la sede del Castellano, il vescovo latino. Durante l’occupazione ottomana, la fortezza era abitata esclusivamente da Turchi ed Ebrei e dopo la catastrofe dell’Asia Minore (1922) dai rifugiati.
1329 Martino Zaccaria (1314-1329) fa rinforzare le mura e costruire il fossato.
1389 Un forte terremoto distrugge gran parte delle fortificazioni.
1401-1402 Estesi interventi di ricostruzione delle mura vengono intrapresi da Francesco Campi.
1427 Altre opere di ricostruzione delle mura vengono condotte sotto la sotto la supervisione di Leonardo d'Andria.
1431-1432 Le mura e il porto vengono seriamente danneggiati dai cannoneggiamenti veneziani durante l'infruttuoso assedio.
1427 Altre opere di ricostruzione delle mura vengono condotte sotto la sotto la supervisione di Leonardo d'Andria.
1431-1432 Le mura e il porto vengono seriamente danneggiati dai cannoneggiamenti veneziani durante l'infruttuoso assedio.
1440 Nicolò Banca fa riparare le mura ed il porto.
1466-1467 Un'ampia ristrutturazione della cinta muraria viene intrapresa dall'architetto fiorentino Michelozzo Michelozzi (1), al fine di adeguare le difese al fuoco dell'artiglieria pesante impiegata dagli ottomani.
1466-1467 Un'ampia ristrutturazione della cinta muraria viene intrapresa dall'architetto fiorentino Michelozzo Michelozzi (1), al fine di adeguare le difese al fuoco dell'artiglieria pesante impiegata dagli ottomani.
1522 Bernardo Giustiniani fa nuovamente eseguire lavori di rafforzamento delle mura.
1694-1695 il capitano generale veneziano Antonio Zeno fa eseguire lavori di rafforzamento delle difese, trasformando cinque torri in altrettanti bastioni, uno dei quali porta il suo nome e costruendo la Porta Maggiore. Fa' anche abbattere le case costruite esternamente a ridosso delle mura realizzando il largo spiazzo aperto che porta oggi il nome di piazza Vounaki (2).
1. Torrione circolare
3. Torre con lo stemma dei Giustiniani
7. Torrione
7. Torrione
8. Torre di Zeno
10. Porta Maggiore
14. Palazzo Giustiniani
16. Moschea Bairakli
16. Moschea Bairakli
15. Cimitero turco
21. Kulesi
22. Krya Vrysi (cisterna)
Porta Maggiore (10): L’entrata principale si trova a sud (Porta Maggiore), vicino al fossato ed è protetta da una torre circolare sulla destra, ornata da pilastri e torrette simmetriche. I Veneziani ricostruirono il cancello d’entrata nel 1694, come testimonia la grande iscrizione con il Leone di san Marco e il nome del Doge, Silvestro Valier (1694-1700), oggi purtroppo poco visibile a causa dei danni riportati dopo l’attacco dei Turchi.
Porta Maggiore e Torrione circolare (1,10)
Torre con lo stemma dei Giustiniani e quello di Genova affiancati con la data 1425 (3)
Torrione (7)
Più alta la torre dovuta alla ristrutturazione del Michelozzi, sopravanzata da una rifoderatura più bassa nella prima metà del XVI secolo. Somiglia molto al Forte Minceta inserito qualche anno prima dall'architetto fiorentino nella cinta muraria di Ragusa.
Torre di Zeno, dove le mura marittime si congiungono a quelle terrestri (8)
Palazzo Giustiniani (XIV-XV sec): un passaggio a volta conduce dalla Porta Maggiore a Palazzo Giustiniani situato tra questa e la piazza principale della parte recintata della città, era forse la sede del Podestà genovese. Alterato dai Turchi con delle modifiche ed aggiunte, fu riportato al suo stadio originale dal Servizio Archeologico tra il 1980 e il 1986. L’edificio, che ha l’aspetto di una fortezza, è su due piani, ciascuno con una sola stanza. Sul lato nord c’è una piccola loggia e una scala esterna in pietra, che conduce alle mura e alla torre sud-orientale del castello (14).
In basso a destra s'intravede la porta della prigione sotterranea dove furono reclusi gli Anziani di Chios e il vescovo Platon e poi impiccati il 23 aprile 1822, durante la Guerra d’Indipendenza greca. La prigione sotterranea è un’area rettangolare di 10 x 8.50 metri con un soffitto a quattro volte.
Qui vicino sulla piazza principale c’è un piccolo cimitero (15) dove molti turchi importanti furono seppelliti tra il 1822 e il 1890.
Il più noto è l'ammiraglio Karà Ali, il cui sarcofago di marmo presenta due colonne, una delle quali decorata da motivi floreali tipici del barocco turco.
Più avanti, nell’angolo nord, ci sono i bagni turchi del XVIII secolo, con la cupola e la torre circolare di Zeno che risale all'occupazione veneziana del 1694. La parete dalla parte del mare, che si trova in pessime condizioni, porta le tracce del periodo genovese. L’entrata al porto di Chios era una volta controllata dal piccolo Bourtzi, una costruzione fortificata che oggi non esiste più.
Altri punti d’interesse della fortezza sono la Krya Vrysi (22), una cisterna semi sotterranea in stile bizantino e la Koules, una torre turca costruita con materiale proveniente da antichi edfici. La pietra di Thymiana, alternata con quella grigia di Focea, donano alla fortezza un’immagine inconfondibile sul lato ovest.
Kulesi, di epoca turca, realizzata con materiali di reimpiego (21)
Moschea Bairakli (16), costruita sullo stesso sito dove si trovava la chiesa di S.Domenico, che rimase l'unica non convertita in moschea dopo l'occupazione turca e che andò molto probabilmente completamente distrutta durante il terremoto del 1881. All'interno della chiesa di S.Domenico si trovava la tomba di Giovanni Giustiniani Longo.
Note:
(1) Michelozzi aveva già lavorato (1462-1464) all'ammodernamento delle mura di Ragusa mentre la sua presenza a Rodi nel luglio del 1467 è documentata con certezza.
(2) Dei lavori di ammodernamento e rinforzo della cinta muraria intrapresi dai veneziani nei pochi mesi in cui occuparono la città, sono conservati i disegni e i progetti dell'ingegnere militare francese - Pierre La Salle - a cui furono affidati.
Nessun commento:
Posta un commento