Il ritorno a Gerusalemme della vera croce di Miguel Ximenez e Martin Bernat
Eraclio riporta a Gerusalemme la vera croce
olio su tavola, cm.195x115, 1481-1487
Museo di Saragozza, Spagna
Nel 614 i Persiani conquistarono
Gerusalemme e la vera croce su cui il Cristo era stato crocefisso,
ritrovata da Sant'Elena circa trecento anni prima e custodita nella
basilica del Santo Sepolcro, fu trasportata in Persia dal re Cosroe
II come bottino di guerra.
Il 12 dicembre 627 l'imperatore Eraclio
I(610-641) sconfisse l'esercito di Cosroe nella decisiva battaglia di
Ninive. Cosroe venne deposto e ucciso ed il suo successore, Kavadh
II, accettò nel 628 la pace proposta da Eraclio e si ritirò dai
territori occupati dai Sasanidi nel corso della guerra, restituendo
la reliquia della vera croce. Lo stesso anno Eraclio riportò la
reliquia nella basilica gerosolimitana da cui era stata predata.
La pala d'altare dipinta tra il 1481 ed
il 1487 da Miguel Ximenez e Martin Bernat per la chiesa della Santa
Croce del paesino di Blesa – oggi conservata nel Museo di Saragozza
– illustra l'episodio del ritorno della vera croce (restitutio
Sanctae Crucis) come narrato nella Legenda Aurea.
Eraclio voleva ricondurre la croce in
città in pompa magna, passando attraverso la Porta d'oro, la stessa
da cui era entrato il Cristo la domenica delle Palme. Quando però il
corteo giunse di fronte alla porta le sue pietre crollarono e
formarono un muro invalicabile. Un angelo apparve al di sopra della
porta e disse: Quando il re dei Cieli passò attraverso questa
porta, non lo fece in pompa magna ma a dorso di un misero asino per
lasciare ai suoi discepoli un esempio di umiltà.
Udite queste parole, Eraclio scese da
cavallo e, spogliatosi dei simboli della dignità imperiale, prese la
croce in spalla e si avviò verso la porta. Immediatamente le pietre
tornarono nella posizione originaria, liberando il passo
all'imperatore.
Nel dipinto accanto ad Eraclio cavalca
l'imperatrice Sant'Elena – che tra le mani giunte tiene due chiodi
della crocefissione - colei che per prima ritrovò la vera croce ma
che, ovviamente, storicamente non potè presenziare fisicamente
all'evento della restitutio.
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