sabato 28 ottobre 2023

La profezia incisa sul sarcofago di Costantino il grande

 La profezia incisa sul sarcofago di Costantino il grande


Non pochi manoscritti, a partire dal XV secolo, riportano un crittogramma che sarebbe stato inciso sul sarcofago di Costantino il grande e la sua interpretazione che sarebbe stata opera di Gennadio Scholario.

Il sarcofago attribuito a Costantino il grande oggi nell'atrio della chiesa di Sant'Irene

Nella prima indizione, il regno di Ismaele chiamato Mohammed sconfiggerà la stirpe dei Paleologi e conquisterà la città dei sette colli (Heptapholos= Costantinopoli) e regnerà su essa: impererà su molti popoli, devasterà le isole fino al Ponto Eusino, compirà distruzioni alle foci dell'Istro (il Danubio). Nell'ottava indizione sottometterà il Peloponneso. Nella nona indizione farà una campagna nelle regioni settentrionali. Nella decima indizione sconfiggerà i Dalmati e ritornerà di nuovo dopo qualche tempo per fare una grande guerra contro i dalmati e in parte li distruggerà.

E le moltitudini e le nazioni (lett. "Tribù") d'Occidente, [numerose come] foglie,insieme porteranno guerra per terra e per mare e sconfiggeranno Ismaele il cui discendente regnerà per un brevissimo periodo di tempo. E la razza bionda, insieme con i precedenti possessori, sconfiggerà l'intero Ismaele e conquisterà la città dei sette colli con i [suoi] privilegi. Poi provocheranno una selvaggia guerra civile fino alla quinta ora e una voce griderà tre volte:
“Fermatevi, fermatevi, e con timore affrettatevi verso l'area sulla destra [e] troverete un uomo coraggioso, mirabile e robusto. Costui avrete come vostro capo perché lui è il mio diletto; scegliendolo compirete la mia volontà”.

Gennadio avrebbe decrittato il testo 1101 anni dopo la morte di Costantino (erroneamente posta dal redattore del resoconto nel 329 mentre l'imperatore morì nel 337) quindi nel 1430 o nel 1438.
Non c'è però alcuna traccia di questa interpretazione negli scritti attribuiti a Gennadio o spuri. Oltre a ciò il testo contiene riferimenti cronologici alle imprese di Maometto II estremamente precisi: prima indizione (1453), caduta di Costantinopoli; ottava indizione (1460), conquista della Morea; nona indizione (1461), conquista delle coste del Mar Nero; decima indizione (1462), conquista della Bosnia.
Si tratta quindi molto probabilmente un falso creato nel 1463 per avallare la crociata per la riconquista di Costantinopoli che papa Pio II Piccolomini stava cercando di promuovere e al cui esito positivo allude chiaramente il testo: E le moltitudini e le nazioni d'Occidente, [numerose come] foglie,insieme porteranno guerra per terra e per mare e sconfiggeranno Ismaele il cui discendente regnerà per un brevissimo periodo di tempo.

La morte del papa (15 agosto 1464) determinò però il naufragio del progetto di riconquista della città da parte dell'Occidente.
Gennadio Scholario, all'epoca patriarca di Costantinopoli (1), di cui era peraltro nota la tendenza ad interpretare profeticamente gli avvenimenti del suo tempo, è presumibilmente chiamato in causa per avvalorare l'autenticità del documento.

immagine tratta dal Cod.Berolin., gr.297, (fol.62), XVI sec.


In molti dei manoscritti che riportano il crittogramma e la sua decodifica da parte di Gennadio, figura infatti anche un'illustrazione che che ritrae il patriarca seduto accanto al sepolcro di Costantino nell'atto di trascrivere l'interpretazione.

Note

(1) Gennadio Scholario ricoprì la carica di Patriarca di Costantinopoli con il nome di Gennadio II in tre diversi periodi (1453-1457, 1462, 1464-1465)


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