La profezia incisa sul sarcofago di Costantino il grande
Non pochi manoscritti, a partire dal XV secolo,
riportano un crittogramma che sarebbe stato inciso sul sarcofago di
Costantino il grande e la sua interpretazione che sarebbe stata opera
di Gennadio Scholario.
Nella prima indizione, il
regno di Ismaele chiamato Mohammed sconfiggerà la stirpe dei Paleologi e
conquisterà la città dei sette colli (Heptapholos=
Costantinopoli) e regnerà su essa: impererà su molti popoli,
devasterà le isole fino al Ponto Eusino, compirà distruzioni alle
foci dell'Istro (il Danubio). Nell'ottava indizione sottometterà il
Peloponneso. Nella nona indizione farà una campagna nelle regioni
settentrionali. Nella decima indizione sconfiggerà i Dalmati e
ritornerà di nuovo dopo qualche tempo per fare una grande guerra
contro i dalmati e in parte li distruggerà.
E le moltitudini e le
nazioni (lett. "Tribù") d'Occidente, [numerose come] foglie,insieme
porteranno guerra per terra e per mare e sconfiggeranno Ismaele il
cui discendente regnerà per un brevissimo periodo di tempo. E la
razza bionda, insieme con i precedenti possessori, sconfiggerà
l'intero Ismaele e conquisterà la città dei sette colli con i
[suoi] privilegi. Poi provocheranno una selvaggia guerra civile fino
alla quinta ora e una voce griderà tre volte:
“Fermatevi, fermatevi, e
con timore affrettatevi verso l'area sulla destra [e] troverete un
uomo coraggioso, mirabile e
robusto. Costui avrete come vostro capo perché lui è il mio
diletto; scegliendolo compirete la mia volontà”.
Gennadio avrebbe decrittato
il testo 1101 anni dopo la morte di Costantino (erroneamente posta
dal redattore del resoconto nel 329 mentre l'imperatore morì nel
337) quindi nel 1430 o nel 1438.
Non c'è però alcuna
traccia di questa interpretazione negli scritti attribuiti a Gennadio
o spuri. Oltre a ciò il testo contiene riferimenti cronologici alle
imprese di Maometto II estremamente precisi: prima indizione (1453),
caduta di Costantinopoli; ottava indizione (1460), conquista della
Morea; nona indizione (1461), conquista delle coste del Mar Nero;
decima indizione (1462), conquista della Bosnia.
Si tratta quindi molto
probabilmente un falso creato nel 1463 per avallare la crociata per
la riconquista di Costantinopoli che papa Pio II Piccolomini stava
cercando di promuovere e al cui esito positivo allude chiaramente il
testo: E le moltitudini e le nazioni d'Occidente, [numerose come] foglie,insieme porteranno
guerra per terra e per mare e sconfiggeranno Ismaele il cui
discendente regnerà per un brevissimo periodo di tempo.
La morte del papa (15 agosto
1464) determinò però il naufragio del progetto di riconquista della
città da parte dell'Occidente.
Gennadio Scholario,
all'epoca patriarca di Costantinopoli (1), di cui era peraltro nota la
tendenza ad interpretare profeticamente gli avvenimenti del suo
tempo, è presumibilmente chiamato in causa per avvalorare
l'autenticità del documento.
immagine tratta dal Cod.Berolin., gr.297, (fol.62), XVI sec.
In molti dei manoscritti che riportano
il crittogramma e la sua decodifica da parte di Gennadio, figura
infatti anche un'illustrazione che che ritrae il patriarca seduto
accanto al sepolcro di Costantino nell'atto di trascrivere
l'interpretazione.
Note:
(1) Gennadio Scholario ricoprì la carica di Patriarca di Costantinopoli con il nome di Gennadio II in tre diversi periodi (1453-1457, 1462, 1464-1465)
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