Fu fatto costruire da Gualtieri VI di Brienne (cfr. scheda La contea di Lecce e la casa dei Brienne) nel 1335 per difendere la parte meridionale dei suoi possedimenti dalle mire espansionistiche del conte di Caserta Filippo de la Rath (1).
Presentava originariamente una pianta quadrangolare rinforzata agli angoli da quattro massicci torrioni circolari.
La torre di NO fu fatta abbattere nel 1507 dall'allora proprietario, il barone Rodolfo Sanbiasi, per far posto al convento dei Carmelitani da lui fondato. Sempre in quel periodo, quella stessa parte del castello fu ulteriormente rimaneggiata al fine di consentire l’addossamento della chiesa del Carmine, anche questa appartenente, come il convento, ai Padri Carmelitani.
Altri due torrioni non sono più visibili perchè successivamente inglobati nella muratura.
L'unico torrione superstite
nella sua struttura originaria, si presenta suddiviso in tre piani:
tra il piano terra e il primo piano si nota un cordone orizzontale
che ne delimita all’esterno le rispettive altezze; mentre il primo
piano è suddiviso dal secondo da una serie di beccatelli (mensolette
che accanto ad una finalità decorativa avevano anche una funzione
architettonico-militare di sostegno ad alcune bertesche, cioé a
delle postazioni lignee indispensabili alla difesa e al contrattacco
con armi quali archi, balestre, lance, acqua e olio bollente). In
alto il torrione termina con un altro cordone cilindrico e un tamburo
rientrante. Le pareti verticali e l'assenza di scarpatura rendono
evidente che fu costruito prima dell'avvento delle armi da fuoco.
Elementi caratterizzanti del
castello sono i merli della cortina di coronamento la cui forma è
quella del giglio di Francia (che fu aggiunto allo stemma dei Brienne dopo
il matrimonio di Gualtieri VI con Beatrice di Taranto, nipote di
Roberto d'Angiò, nel 1321).
La particolare merlatura vista dalla corte
L'adeguamento della fortificazione all'introduzione
delle armi da fuoco – operato soprattutto dai feudatari ch tennero
il castello tra il XVI ed il XVII secolo (de Nantolio, Capece e
Castromediano) (2) – ha riguardato essenzialmente il rifacimento
delle cortine esterne e delle piazze d'armi delle torri, lasciando
quasi intatto l'alloggio baronale interno che mostra ancora la
particolare merlatura originale.
Portale d'ingresso
Nel XVI secolo, quando il pericolo da fronteggiare non erano più le mire espansionistiche dei de la Rath ma le incursioni dei pirati arabi, immediatamente nei pressi del castello si sviluppò il cosiddetto Rione delle Torri, formato da abitazioni-fortilizio edificate dai cittadini più abbienti che riproducevano in scala minore la struttura architettonica del castello (portone d’ingresso, cortiletto centrale, magazzino e stalla, scala scoperta per l’accesso al primo piano con un modesto alloggio e una torre quadrata munita di feritoie e scalatoie). Questi minuscoli fortilizi, strettamente addossati gli uni agli altri a ridosso del castello, formavano una linea difensiva capace di resistere agli scorridori arabi.
Note:
(1) Nel 1335 Filippo de la Rath, conte di Caserta, sposando Caterina d'Auney, era venuto in possesso della ricca contea di Alessano e mirava ad espandere i propri possedimenti nel Capo di Leuca a scapito di Gualtieri VI di Brienne.
(2) I Valentini
acquistarono nel 1848 il castello dai Castromediano, duchi di
Morciano, con i quali si imparentarono grazie al matrimonio tra
Valentino Valentini e Adelaide Castromediano, sorella del famoso duca
Sigismondo. Da tale matrimonio nacque solo una figlia,
Teresa, che sposò il cugino Vito Valentini, i cui figli assunsero il
doppio cognome Valentini Castromediano ed i cui eredi sono ancora
proprietari del castello
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