Figlia di Andronico Doukas Kamateros (1), un alto ufficiale che durante il regno di Manuele I Comneno (1143-1180) ricoprì le cariche di eparca di Costantinopoli e megadrongario e fu insignito del titolo di pansebastos, Eufrosine Doukaina Kamatera nacque probabilmente intorno al 1155 e nel 1169 sposò il futuro imperatore Alessio Angelo. Dalla loro unione nacquero tre figlie: Irene, Anna e Eudocia.
L'8 aprile 1195, mentre il fratello minore, l'imperatore Isacco II Angelo (1185-1195) era impegnato in una battuta di caccia lontano dalla capitale, Alessio Angelo si fece proclamare imperatore dalle truppe con il nome di Alessio III, contando sul sostegno della moglie e della sua rete di relazioni. Alessio catturò Isacco a Stagira, in Macedonia, e lo fece accecare e imprigionare a Costantinopoli.
Per consolidare la sua posizione, Alessio permise agli apparati militari e burocratici di attingere a proprio piacimento alle casse dello stato.
Nel 1197 Enrico VI di Svevia, dopo essersi impossessato del Regno di Sicilia, fece sposare Irene Angelina, figlia del deposto imperatore Isacco II Angelo e vedova di Ruggero III di Sicilia, al fratello Filippo di Svevia e minacciò di attaccare l'impero bizantino per difendere i diritti al trono, acquisiti dal fratello per mezzo di questo matrimonio, se non gli fosse stato pagato un forte tributo. Per pagare il tributo Alessio introdusse una forte tassa detta Alamanikon (tassa tedesca) e ricorse finanche alla spoliazione delle tombe imperiali nella chiesa dei SS.Apostoli.
L'imperatrice Eufrosine, inducendo il marito a richiamare al governo un capace funzionario quale Costantino Mesopotamite (2), cercò di porre argine alla dilagante corruzione. Per screditare l'imperatrice e bloccarne l'opera moralizzatrice il genero Andronico Contostefano (3) e il suo stesso fratello Basilio Kamateros l'accusarono di essere divenuta l'amante di un giovane di nome Vatatze. Alessio prestò credito a queste accuse e fece assassinare Vatatze (1196), quindi confinò la moglie in un convento dedicato alla Teotokos Nematarea (Filatrice), all'imbocco del Mar Nero, da cui la richiamò sei mesi dopo (marzo 1197).
Nonostante il sostegno dell'imperatrice, che rientrando a corte aveva recuperato tutta la sua influenza, il Mesopotamite fu travolto in primo luogo dalla sua stessa smodata ambizione. Vagheggiando di riunire nelle sue mani il potere civile e quello religioso si fece ordinare prima diacono e quindi nominare arcivescovo di Tessalonica, divenendo inviso ai più. Il megadux Michele Stryphnos, cognato dell'imperatrice di cui aveva sposato la sorella Teodora, che accumulava enormi proventi illeciti smantellando la flotta imperiale di cui era responsabile, per poter continuare indisturbato nel suo malaffare presentò delle false accuse contro di lui. Costantino Mesopotamite fu rimosso dal suo incarico ed espulso da tutti gli ordini religiosi da un sinodo patriarcale (4).
Eufrosine, per parte sua, fu progressivamente sempre più coinvolta in una serie di bizzarre pratiche divinatorie e propiziatorie in base alle quali fece rimuovere e mutilare diverse statue cittadine suscitando il risentimento della popolazione.
Anticonformista e poco convenzionale nei comportamenti – troppo imperiosa e mascolina per non esserlo – seppe però tenere la capitale durante le assenze dell'imperatore, opponendosi con determinazione alle sedizioni come nel caso della ribellione di Giovanni Comneno detto il grosso.
Il 23 giugno del 1203 fa la sua comparsa nelle acque del Bosforo la flotta crociata che reclama i diritti al trono di Bisanzio per il giovane Alessio Angelo, il figlio del deposto Isacco II, che nel 1201 era riuscito a riparare in Occidente.
Dopo alcune inutili trattative, i comandanti crociati decidono di passare all'azione.
Il 17 luglio 1203, i veneziani conquistano d'impeto un tratto delle mura marittime lungo il Bosforo mentre Teodoro Lascaris riesce a contenere l'assalto crociato alla Porta delle Blacherne, Alessio III, nonostante la città potesse ancora essere difesa, fugge via mare in compagnia della figlia Irene e ripara in Tracia, prima a Zagora e poi a Mosynopolis. L'imperatrice non venne messa a conoscenza dei suoi piani di fuga perchè molto probabilmente avrebbe disapprovato e rimase a Costantinopoli con le altre due figlie.
Diffusasi la notizia della fuga dell'imperatore, l'eunuco Costantino Philoxenites, che era a capo della Tesoreria imperiale, prese a distribuire denaro ai mercenari variaghi a nome di Isacco. L'imperatore deposto e accecato fu tratto dalla prigione dove era rinchiuso e rimesso sul trono assieme alla moglie Margherita d'Ungheria mentre Eufrosine ed i suoi congiunti rimasti in città venivano arrestati.
Informati della nuova situazione, i crociati inviano al nuovo imperatore un'ambasceria guidata da Goffredo di Villehardouin in cui pongono come condizioni per cessare gli attacchi la ratifica degli onerosi accordi sottoscritti da suo figlio Alessio e la sua nomina a coimperatore. Isacco accetta entrambe le condizioni ed il 1 agosto in S.Sofia alla presenza dei baroni crociati Alessio viene proclamato coimperatore con il nome di Alessio IV.
Nonostante l'imposizione di nuove tasse e le confische Alessio IV non fu in grado di onorare gli impegni presi nei confronti dei crociati e finì per inimicarsi sia il popolo che i suoi alleati latini.
Il 25 gennaio del 1204
scoppiò una rivolta che dichiarò deposti Isacco e Alessio. Tre
giorni dopo un'assemblea di senatori, ecclesiastici e popolo offrì
la corona ad un giovane nobile, Nicola Kanabus. Nella notte tra il 7 e
l'8 febbraio, assicuratosi l'appoggio della guardia variaga per mezzo
dei denari dispensati dal solito Costantino Philopatès, rimasto a
capo della Tesoreria, il protovestiario Alessio Dukas detto Murzuflo
("dalle folte sopracciglia") penetra nel palazzo delle
Blacherne e fa arrestare Alessio IV mentre il padre Isacco II, già
infermo, muore la stessa notte di morte naturale. Il giorno
successivo, nonostante la resistenza del partito che ancora
appoggiava Nicola Kanabus, Murzuflo fu proclamato imperatore con il
nome di Alessio V. Lo stesso giorno fece strangolare in carcere
Alessio IV. Nicola Kanabus, che aveva trovato rifugio nella chiesa di
santa Sofia, seguì probabilmente la stessa sorte.
Il 1 di aprile, per
rafforzare la sua posizione, Murzuflo sposò Eudocia Angelina, una
delle tre figlie di Alessio III (5).
Alessio V Dukas Murzuflo
da un'edizione miniata
della Storia (Chroniché diegesis) di Niceta Coniata del XIV sec.
Bildarchiv der Österreichische Nationalbibliothek, Vienna
Il 12 segue un secondo attacco: i crociati conquistano due torri delle mura marittime lungo il litorale del Corno d'oro, il 13 aprono una breccia in questo settore e sfondano tre porte dilagando per la città.
Tintoretto, La caduta di Costantinopoli, 1580 c.ca
Palazzo ducale, sala del Maggior Consiglio, Venezia
Alessio V insieme alla moglie e alla suocera Eufrosine riesce a fuggire e a riparare a Mosynopolis presso il suocero. Successivamente catturato dai crociati venne fatto giustiziare da Enrico Dandolo, che lo fece gettare giù dalla colonna di Teodosio.
Alessio
ed Eufrosine si recarono prima a Tessalonica, accolti dalla ex
cognata Margherita d'Ungheria che si era risposata con Bonifacio di
Monferrato, il nuovo Signore della città, mentre questi era
impegnato al nord in una campagna contro i Bulgari e quindi espulsi
sotto l'accusa di cospirazione. Da qui si trasferirono a Corinto, dove la
figlia Eudocia sposò l'arconte Leone Sguros, che governava la città
e la regione circostante comprese Nauplia e Argo. Sul finire del 1204, quando
Corinto era sul punto di essere presa dai crociati, cercarono di
raggiungere l'Epiro, governato da Michele I Doukas Comneno, un
cugino di Alessio, ma furono catturati da Bonifacio di Monferrato e
confinati prima ad Halmyros e poi trasferiti nel Monferrato. Nel 1209
o nel 1210 furono riscattati da Michele I e raggiunsero finalmente
Arta dove Eufrosine trascorse i suoi ultimi giorni. Morì
probabilmente nel 1211.
Nel
1208 Teodoro Laskaris, il secondo marito di Anna Angelina, la
secondogenita di Alessio III e Eufrosine, era stato incoronato
imperatore a Nicea. Eufrosine morì quindi con la consolazione che
una delle sue figlie sedeva comunque sul trono di Nicea (6).
Note:
(1) Della madre si sa soltanto che apparteneva alla famiglia dei Cantacuzeni.
(2) Brillante esponente dell'aristocrazia provinciale, nel 1193 Costantino Mesapotamite era stato chiamato giovanissimo da Isacco II a dirigere la cancelleria imperiale ricoprendo la carica di chartoularios tou kanikleiou (letteralmente, custode del calamo imperiale, entro cui era conservato l'inchiostro purpureo con cui l'imperatore firmava le crisobolle), divenendo rapidamente il suo consigliere più ascoltato. Di conseguenza era stato messo da parte da Alessio III non appena impossessatosi del trono.
(3) Andronico Contostefano aveva sposato la primogenita della coppia imperiale, Irene, e ricopriva la carica di megadrongario.
(4) Al posto di Mesopotamite, Alessio nominò al vertice dell'amministrazione statale Teodoro Irenico, personaggio evidentemente non privo di qualità, tanto che, intrapresa la carriera ecclesistica, dopo la caduta della città occuperà a Nicea il seggio patriarcale dal 1214 al 1216.
(5) Secondo alcune fonti il matrimonio avvenne invece più tardi, dopo la caduta della città.
(6)
Alessio III, lasciata la moglie ad Arta, si recò dapprima presso la
corte del genero – Teodoro I Laskaris - a Nicea, sperando che
questi lo riconoscesse come sovrano. Quando ciò non avvenne riparò
presso la corte del sultano d'Iconio, Kay Ka'us che si fece paladino
dei suoi interessi per avere un pretesto per dichiarare guerra
all'impero niceno. (1) Della madre si sa soltanto che apparteneva alla famiglia dei Cantacuzeni.
(2) Brillante esponente dell'aristocrazia provinciale, nel 1193 Costantino Mesapotamite era stato chiamato giovanissimo da Isacco II a dirigere la cancelleria imperiale ricoprendo la carica di chartoularios tou kanikleiou (letteralmente, custode del calamo imperiale, entro cui era conservato l'inchiostro purpureo con cui l'imperatore firmava le crisobolle), divenendo rapidamente il suo consigliere più ascoltato. Di conseguenza era stato messo da parte da Alessio III non appena impossessatosi del trono.
(3) Andronico Contostefano aveva sposato la primogenita della coppia imperiale, Irene, e ricopriva la carica di megadrongario.
(4) Al posto di Mesopotamite, Alessio nominò al vertice dell'amministrazione statale Teodoro Irenico, personaggio evidentemente non privo di qualità, tanto che, intrapresa la carriera ecclesistica, dopo la caduta della città occuperà a Nicea il seggio patriarcale dal 1214 al 1216.
(5) Secondo alcune fonti il matrimonio avvenne invece più tardi, dopo la caduta della città.
Nella primavera del 1211 presso Antiochia di Pisidia (nei dintorni dell'attuale cittadina di Yalvac, nell'Anatolia centrale) Teodoro riuscì a battere l’esercito selgiuchide rafforzato da un contingente di cavalieri franchi inviato dall'impero latino, ad uccidere il sultano e a catturare Alessio III. Teodoro fece rinchiudere Alessio nel monastero di Giacinto a Nicea dove poco dopo si spense.
Narrativa moderna e contemporanea:
Alan Gordon, Morte nel quartiere veneziano, Hobby & Work, 2003.
Le vicende che portarono alla caduta di Alessio II Angelo s'intrecciano all'indagine su una morte sospetta nel quartiere veneziano condotta dal detective giullare Theophilos.
Voci correlate:
L'Impero latino di Costantinopoli, L'impero di Nicea, Despotato d'Epiro, Tessalonica.
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