mercoledì 17 aprile 2013

San Michele arcangelo Tharri

San Michele arcangelo Tharri


Si trova poco fuori il villaggio di Laerma.
La chiesa attuale risale al IX-X secolo e sorge sulle rovine di una precedente basilica paleocristiana del V sec. a sua volta eretta sul luogo dove sorgeva un tempio dedicato ad Apollo.


Secondo la leggenda una principessa costantinopolitana soffriva di una malattia incurabile ed il padre la portò nell'isola di Rodi sperando che il clima mite potesse guarirla.
Una notte le apparve in sogno l'arcangelo Michele che le disse: “Abbi coraggio e starai meglio”.
Quando la principessa guarì decise di costruire un monastero in onore dell'arcangelo che l'aveva salvata. Per stabilirne la grandezza si sfilò un anello dal dito e lo lanciò nel prato.
L'epiteto “Tharri” (θαρροσ=coraggio) ricorda proprio la parola con cui la confortò l'arcangelo.

Abside

Del complesso monastico originario è rimasta in piedi solo il katholikon a croce greca inscritta, sormontato da una imponente cupola centrale.
Sulla corte del monastero si affacciano altri edifici che sono stati ripetutamente riparati e restaurati nel corso del tempo, tra cui due cappelle dedicate rispettivamente a San Nektarios e a San Eleuterio.


L'interno del katholikon presenta ben sei strati di decorazioni ad affresco.

Quelli più antichi, databili al XII secolo, raffiguravano a figura intera San Eleuterio e San Gregorio d'Agrigento e si trovano oggi al Museo bizantino di Rodi.
In situ rimangono affreschi databili al XIII secolo.
Il Cristo Pantocrator attorniato da angeli tra due cerchi concentrici nella cupola, la Lavanda dei piedi e L'ultima cena rispettivamente nelle pareti sud e nord.
Nella volta del braccio occidentale, dove sono rappresentate scene della vita e del ministero di Cristo è da notare l'episodio della samaritana.

Gesù e la samaritana (Giovanni, IV, 1-42)

San Michele arcangelo, insieme agli arcangeli Gabriele e Raffaele, è raffigurato in un grande affresco purtroppo molto danneggiato.

Iconostasi

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