venerdì 8 febbraio 2013

S.Andrea in Crisi

S.Andrea in Crisi


Si trova lungo il ramo meridionale della Mese, a poca distanza dalla Peribleptos, nell'attuale Koca Mustafa Paşa Caddesi.




Era il katholikon di un monastero probabilmente dedicato in origine a S.Andrea apostolo e solo dopo aver accolto le spoglie di S.Andrea di Creta, martirizzato per iconodulia nel 767, dedicato a quest'ultimo.
Nato a Creta nel sec. VIII S.Andrea praticò sin dalla gioventù una vita ascetica tanto dura da meritarsi l'appellativo di calibita (colui che vive in un tugurio). È dubbio se fu uno stilita in Creta, ma è certo che fu monaco.
Nel 767, nel pieno delle persecuzioni degli iconoduli volute da Costantino V Copronimo (741-775), Andrea, recatosi a Costantinopoli, entrò nel palazzo di San Mamas (1), dove Costantino giudicava i cultori delle immagini, e apostrofò arditamente l'imperatore con queste parole: «Tu dici, o imperatore, che noi adoriamo idoli; ma noi adoriamo e veneriamo queste icone perché fatte a immagine e somiglianza di Dio, che per noi si è fatto uomo». Costantino, non essendo riuscito a competere con Andrea sulla dottrina, ordinò che il monaco fosse rinchiuso in carcere, dopo averlo fatto crudelmente flagellare. L'indomani Andrea fu condotto dinanzi all'imperatore e, non piegandosi né a blandizie, né a minacce, venne abbandonato alla furia della plebaglia. Battuto a sangue per le vie di Costantinopoli, Andrea fu trascinato nel Forum Tauri e qui fu linciato, dopo che un pescatore gli aveva troncato il piede destro. Questo avvenne il 20 ottobre 767 e il corpo di Andrea fu gettato in una fossa comune in turpe compagnia di pagani e assassini, il toponimo "in crisi" (giudizio) è infatti probabilmente legato alla vicinanza del luogo di sepoltura dei criminali. Nottetempo le sue spoglie furono prelevate da un gruppo di fedeli e sepolte in terra consacrata.



La tipologia architettonica della chiesa - a pianta centrale cruciforme con cupola sostenuta da quattro colonne e doppio nartece, abside centrale e pastoforia - e quella dei capitelli a foglie d'acanto la fanno datare al VI sec.

capitello nell'esonartece

La prima notizia certa della sua esistenza è del 792, quando S.Filarete vi acquistò una tomba.
Il monastero fu probabilmente devastato durante l'occupazione latina e restaurato nel 1284 dalla nipote di Michele VIII, Teodora Raulena, monacatasi con il nome di Kiriake dopo la morte del secondo marito, il protovestiario Giovanni Raul (1274). Il monastero fu la sua residenza per circa quindici anni e alla sua morte vi fu tumulata. Di questo intervento tuttavia non restano tracce, quanto oggi visibile risale all'antica chiesa monastica. Qui nel 1321, alla morte del marito, il re serbo Stefano II Uros Milutin, si ritirò a vita monastica anche la figlia di Andronico II e regina di Serbia Simonide Paleologina.

La chiesa fu trasformata in moschea nel 1489 da Koca Mustafa Pasa, un cugino di Beyazit II.
La cupola crollò completamente nel 1766 a seguito di un terremoto ma fu ricostruita sul modello dell'originale bizantino.
In epoca ottomana la chiesa fu fortemente rimaneggiata. A nord ed sud della cupola principale furono aggiunte due semicupole, traforate da tre grandi finestre, che dal di fuori sembrano abbaini, sì da creare l'impressione di trovarsi di fronte ad un impianto trilobato come nella chiesa del Profeta Elia a Tessalonica.

lato sud

 Lungo il lato settentrionale fu addossata alla chiesa una galleria coperta da cinque cupole dove attualmente si trova l'ingresso principale.
Il nartece interno è diviso in tre campate. Quella a nord è coperta da una cupola ottomana. Quella centrale è sormontata da una volta a botte, mentre quella sud è sormontata da una volta a crociera ogivale. Le ultime due sono bizantine.
Il nartece esterno è diviso in cinque campate, le tre centrali corrispondenti a quelle del nartece interno. La campata centrale è coperta da una cupola centrale a scodella poggiante su pennacchi. Essa è separata dalle due campate intermedie da colonne addossate a lesene.

Nel cortile dell'attuale moschea è ancora visibile un cipresso tagliato da cui pende una catena che si dice servisse a riconoscere la malafede dei debitori. La catena veniva fatta oscillare tra due persone che affermavano dichiarazioni contraddittorie, e si diceva che la catena avrebbe colpito quello che stava dicendo la verità.

la cupola centrale e la semicupola meridionale

(1) Il palazzo di San Mamas fu fatto costruire dall'imperatore Leone I (457-474), dopo l'incendio che sconvolse Costantinopoli nel 469, sulla sponda europea del Bosforo, nell'attuale quartiere di Besiktas. Incendiato durante l'attacco dei bulgari del 813, sembra essere stato ricostruito giacchè è menzionato dallo pseudo-Codino (X secolo). Successivamente non se ne hanno più notizie.








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