giovedì 30 agosto 2012

Panagia Bryoni


Panagia Bryoni
A circa 6 km a sud est di Arta, a sinistra della strada che conduce al villaggio di Neochoraki.


Il toponimo “Bryoni” fa probabilmente riferimento all'omonima famiglia bizantina che visse in Epiro (troviamo anche un Omar bey Bryoni al comando dell'esercito di Alì Pasha nel 1819) ed uno dei cui membri fu il donatore o promosse il rinnovamento della chiesa.
Dedicata alla Dormizione della Vergine, era originariamente il katholikon di un complesso monastico mentre oggi svolge la funzione di chiesa cimiteriale.
Un'inscrizione in mattoni sulle pareti esterne dei bracci della croce forma un unico testo che recita:
“(chiesa) stavropegica patriarcale consacrata dal patriarca ecumenico Germano”. Dal momento che il patriarca Germano II visitò Arta nel 1238, ciò consente di datare con precisione la chiesa. Questa iscrizione è comunque l'unica testimonianza della visita patriarcale.

Particolare del braccio settentrionale della croce con l'iscrizione ed il frammento in gesso incassato al vertice

Nel 1821 fu gravemente danneggiata da un incendio e quindi ampiamente ristrutturata nel 1867.
Molto probabilmente era originariamente del tipo a croce greca inscritta a due colonne e fu trasformata nel corso dei restauri in una a pianta basilicale a tre navate ricoperta da cupola.


Fu aggiunto un nuovo nartece ed un'altra coppia di colonne a dividere l'interno in tre navate e fu costruita la cupola ottagonale. Esternamente furono inoltre aggiunti i massicci contrafforti lungo le pareti laterali.
Il braccio meridionale della croce mostra i resti di un'apertura sormontata da una cornice ad arco di mattoni disposti a dente di sega e tracce di un'apertura simile si notano anche sulla parete del braccio settentrionale, nel quale fu inserito nel corso dei restauri un frammento di gesso proveniente dall'iconostasi. La decorazione esterna della chiesa è comunque povera ed imprecisa, il che tende ad attribuirla a maestranze locali. La chiesa in origine non era affrescata, lo fu solo nel 1873 dopo i lavori di restauro.
Da notare la decorazione in ceramica delle lunette della cupola e della facciata orientale.


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