mercoledì 12 ottobre 2011

Chiesa della Dormizione della Vergine, Merbaka

Chiesa della Dormizione della Vergine, Merbaka (villaggio di Agias Trias)


A pianta a croce greca inscritta, con cupola impostata su quattro colonne, in linea di massima ricalca le forme della vicina chiesa del monastero di Agia Moni (1149).

Presenta molti elementi gotici come le colonne incluse nella finestra trilobata dell'abside o la decorazione a crochet dei capitelli delle colonnette che sostengono esteriormente la cupola e i costoloni nei monconi degli archi che sostenevano i protiri.

I monconi degli archi che sostenevano i protiri che aggettavano davanti alle tre porte d'ingresso della chiesa

Dovrebbe risalire al tardo XIII sec, ma non c'è alcuna evidenza concreta che possa essere connessa al vescovado di Guglielmo da Moerbeke (1277-1284) - una piccola cittadina delle Fiandre - che nel 1277 fu nominato da papa Niccolò III vescovo di Corinto, entro la cui diocesi si trova la chiesa.  
Nel 1691 divenne il metochion (dipendenza) del Monastero di S.Teodosio di Nauplia e fu messo dal Morosini a disposizione del vescovo di Rethymno, Athanassios Chortatzis.
La muratura si presenta a blocchi di pietra squadrata nella parte bassa e a castone nella parte superiore.

Lato sud
 
Nello stilobate  a tre gradini (il terzo è attualmente visibile solo sul versante occidentale) su cui poggiano le murature, forse reminiscenza di un tempio classico, vi è un ampio uso di materiali di spoglio facilmente identificabili come provenienti dal tempio di Era ad Argo (come anche la cornice di marmo murata nell'abside centrale).

La meridiana inserita nella parete meridionale

Altri elementi di spoglio sono le lapidi scolpite inserite esternamente ai margini orientali delle pareti nord e sud.

Bassorilievo inserito nella parete meridionale
 
Bassorilievo inserito nella parete settentrionale
 
Secondo G.Sanders (Use of Ancient Spolia to Make Personal and Political Statements: William of Moerbeke‟s Church at Merbaka), che riferisce la committenza della chiesa al vescovo Guglielmo, i due bassorilievi, inseriti in maniera simmetrica nelle pareti lunghe dell'edificio, rappresenterebbero rispettivamente la concezione greco-ortodossa della Santissima Trinità* - in cui lo Spirito Santo ed il Figlio procedono entrambi dal Padre come entità paritetiche - e quella latino-cattolica - in cui lo Spirito Santo procede invece dal Padre e dal Figlio (la cosiddetta clausola del "filioque"). Sarebbero state quindi scelte, secondo questa tesi, dall'arcivescovo per simboleggiare l'unione della chiesa d'Oriente e d'Occidente sancita dal II Concilio di Lione (1274) ed approvata dall'imperatore Michele VIII. 
 

Abside
 
* Il vicino villaggio di Merbaka fu rinominato Agias Trias (Santissima Trinità) nel 1935 perché il nome di Merbaka suonava troppo turco. La nuova denominazione riverbera probabilmente il riconoscimento di una rappresentazione della Santissima Trinità proprio in questo bassorilievo. La parola merbaka non ha comunque alcun significato in greco, né nelle altre lingue parlate nella regione fin dall'antichità (slavo, turco e arvanitico). 
 
 

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