domenica 24 luglio 2011

Castelli del Mani

La penisola di Mani è la seconda delle tre penisole del Peloponneso meridionale e si divide amministrativamente tra la regione della Laconia (Sparta) e quella della Messenia (Kalamata)
I Franchi cercarono di proteggersi dalle incursioni delle tribù slave dette dei Melingi - forse per via delle loro capigliature, più bionde, color del miele (meli), rispetto a quelle delle popolazioni locali - costruendo dei castelli intorno al territorio da essi occupato.



Bey del Mani
Limberakis Gerakaris, pirata maniota originario di Vitilo, venne finalmente catturato dai Turchi nel 1667.
Condannato a morte si vide offrire dal Gran Visir Fazıl Ahmed Köprülü la carica di Bey del Mani a patto che avesse permesso alle forze ottomane di tenere alcune fortezze (1668 c.ca). Gerakaris accettò per vendicarsi della famiglia Stefanopoli. Ridatosi alla pirateria fu nuovamente catturato e imprigionato dai Turchi nel 1682.

Bandiera di battaglia di Limberakis Gerakaris
 
Nel 1684, sotto l'avanzare delle truppe di Francesco Morosini in Morea, i Turchi offrirono nuovamente la carica di bey al pirata che lanciò una serie di incursioni nei territori riconquistati dai Veneziani.
Nel 1696, dopo un tentativo fallito da parte dei Turchi di avvelenarlo, passò ai Veneziani che lo nominarono cavaliere di S.Marco e continuarono a chiamarlo Bey del Mani.
Non più tardi di un anno dopo saccheggiò Arta e fu fatto imprigionare dal Doge e rinchiuso nel carcere di Brescia dove morì nel 1710.

I Turchi riesumarono la carica di Bey del Mani solo nel 1776 e si susseguirono:
Zanetos Koutifaris, 1776-1779
Panagiotis Boukouvaleas (conosciuto come Michaelbey Troufakis), 1779-1782
Zanetbey Kapetanakis Grigorakis, 1782-1796
Panagiotis Koumoundouros, 1796-1801
Antonbey Grikorakis, 1801-1808
Zervobey, 1808-1810
Theodorobey Zanetakis, 1810-1815
 
Petrobey Mavromichalis, 1815-1821. Esponente di una delle più ricche e potenti famiglie maniote (1), signori di Tzimova (ribattezzata Aeropolis proprio per l'eroismo dimostrato dai suoi abitanti nella guerra di liberazione dal Turco) che, con l'annesso porto di Limeni, controllava la strada per Githion e l'accesso all'Alto Mani. Fu uno degli eroi della guerra d'indipendenza. Dopo la liberazione, venuto in contrasto con Giovanni Antonio di Capodistria, primo presidente ellenico, fu da questi fatto imprigionare. Due suoi nipoti uccisero il conte di Capodistria a Nauplia (1831) e, sotto la successiva Reggenza di Ottone di Baviera, ricevette invece alti onori.

Statua di Petrobey Mavromichalis
Aeropolis 

(1) Forse originari della Tracia, si stabilirono nel Mani quando i turchi varcarono per la prima volta l'Ellesponto nel 1340 e divennero una potente oligarchia durante la dominazione latina. Secondo una leggenda la loro bellezza derivava dallo sposalizio di un loro antenato con una nereide (forse una principessa veneziana sordomuta della casata dei Morosini, trovata seduta su uno scoglio in riva al mare).

ZARNATA



   Compare con questo toponimo (forse di origine slava) nelle cronache veneziane del XIII sec. che lo descrivono come covo di pirati. Controlla l'accesso settentrionale al Mani e fu fondato probabilmente dai Franchi.
Nel 1685 fu assediato e preso dal Morosini. Nel 1715 fu ripreso dai Turchi senza combattere e divenne assieme a Kelefa uno dei due avamposti da cui essi controllavano il Mani. Fu utilizzato nuovamente dagli abitanti locali durante la guerra civile (1946-1950).
La torre al centro del complesso fortificato risale per la gran parte al XVIII sec. e fu costruita dai kapetani locali che divennero bey del Mani (Zanetos Koutifaris e Panagiotis Koumoundouros).



 pianta di V.Coronelli (1680 c.ca)


Torre di Alexandros Koumoundouros, al di sotto del castello di Zarnata.
Alexandros Koumoundouros fu ripetutamente Primo Ministro tra il 1865 ed il 1882 (il suo busto in marmo è di fronte a questa casa-torre) e inviò l'esercito per sedare l'ultima guerra internikliana tra i Kaouriani e i Kourikiani di Kitta.

 


KELEFA
Fortezza costruita dai turchi nel 1670 c.ca (quando l'invio di una forza armata ristabilisce il dominio ottomano sul territorio) ai margini del Mani per controllare la popolazione locale. Il cannone batteva inoltre la rada di Porto Itilo dove sovente attraccavano le navi veneziane. Fu conquistata dal Morosini sul finire del 1684, nel corso della guerra di Morea.

pianta di V.Coronelli (1708 c.ca)

Il nome significa “calvo” o “lebbroso”. Si presenta ad ampia pianta rettangolare con torri circolari inserite lungo il perimetro.


Torrione di SO


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