lunedì 16 ottobre 2017

La via Appia: La Berretta del prete

La Berretta del prete


La cosiddetta Berretta del Prete è un sepolcro romano che prende nome dalla sua caratteristica forma circolare con copertura a cupola. L'edificio si trova tra l'VIII e il IX miglio della via Appia, lungo il suo lato sinistro, preceduto a pochi metri di distanza da una tomba a edicola in opera laterizia molto ben conservata. Il mausoleo ha un diametro di 12,50 m ed è ornato sia esternamente che all’interno da nicchie semicircolari alle pareti. Un ambulacro concentrico (probabilmente a due livelli, con quello superiore periptero come sembra potersi dedurre dai numerosi frammenti di colonne rinvenuti nelle vicinanze) un tempo coperto da una volta a botte circondava l’edificio, mentre un corridoio rettangolare ne costituiva l’accesso monumentale dalla strada (entrambe le strutture non sono più visibili).
Il monumento raffigurato insieme alla tomba ad edicola che lo precede in un acquerello di Carlo Labruzzi (1789)

All'esterno si notano tre grandi archi di scarico ed un arco d'ingresso giustificati dalla presenza all'interno delle nicchie semicircolari. L'unico ingresso è costituito da una porta larga 90 cm. con soglia e stipiti in grossi blocchi di peperino. Il paramento murario, conservatosi soprattutto nella parte superiore, è in opera listata a corsi di cubetti di selce (generalmente due, ma a volte anche uno o tre) alternati ad un filare non sempre continuo di laterizi di reimpiego. Questa particolare tecnica muraria consente di datare il manufatto tra la fine del III e gli inizi del IV secolo.


Il monumento compare come annesso al Casale Palombaro (così detto perchè forse destinato all'allevamento dei piccioni) in un documento del 950, relativo alla cessione del fondo al monastero di San Gregorio al Celio che ne manterrà ininterrottamente la proprietà fino al 1828. In questo documento viene indicata all'interno del fondo la presenza di una chiesa dedicata a S.Maria Dei Genitriciis segnalata però come già deserta.
In passato la chiesa citata è stata interpretata come un riutilizzo del mausoleo ma da questo testo sembra di poter evincere che si tratti piuttosto di due edifici distinti (ecclesia cum monumento suo quod est crypta rotunda) oltre al fatto che non si rilevano evidenze archeologiche pertinenti a questa trasformazione d'uso.


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