Situata nei pressi dell'ingresso
settentrionale della città di Lecce, la Torre di Belloluogo si
presenta di forma cilindrica, con alcune finestre ad arco a sesto
acuto ed è collocata dalla sua fondazione sopra un banco di roccia
calcarea, circondata ed isolata dal terreno circostante da un vasto
fossato ricolmo d'acque sorgive in tutte le stagioni (è l'unico
fossato salentino colmo d'acqua in permanenza). Nella parte superiore
si aprono delle strette feritoie (saettiere).
Superato il ponte di pietra (che
sostituisce l'originale ponte levatoio), si accede al pianterreno,
caratterizzato da un pavimento in pietra leccese che al centro
disegna un ottagono.
Planimetria del piano nobile
Nell'altro vano di maggiore ampiezza si trova una cappella, dove Maria d'Enghien si ritirava a pregare, e dove è affrescato il ciclo della Maddalena a cui la contessa era particolarmente devota.
Gli episodi del ciclo sono raffigurati sia secondo la versione evangelica (nella parete destra), sia secondo la versione riportata dalla Legenda aurea di Jacopo da Varagine (nella parete sinistra) che inizia con La partenza dalla Galilea. Le scene sono inserite in riquadri ornati da racemi e da cosmatesche. All'incrocio delle cosmatesche sono rappresentati i quattro profili dei componenti della famiglia committente.
Nell'abside è rappresentata la Crocefissione con la Maddalena inginocchiata ai piedi del Crocefisso.
Maria Maddalena compare nel
vangelo di Luca tra le donne che assistevano finanziariamente Gesù
per spirito di riconoscenza:
C'erano con lui i Dodici
e alcune donne che erano state guarite da spiriti cattivi e da
infermità: Maria di Màgdala, dalla quale erano usciti sette demòni,
Giovanna, moglie di Cusa, amministratore di Erode, Susanna e molte
altre, che li assistevano con i loro beni. (Luca, VIII, 2-3)
E' indicata poi come una
delle tre Marie presenti alla Crocefissione:
Presso la croce di Gesù stavano sua
madre e la sorella di sua madre, Maria di Cleopa, e Maria Maddalena.
(Giovanni, XIX, 25)
E' ancora lei, di primo
mattino nel primo giorno della settimana, assieme a Salomè e Maria
la madre di Giacomo il Minore, (Matteo XXVIII, 1 e Marco XVI, 1-2,
oltre che nell'apocrifo Vangelo di Pietro, 12), ad andare al
sepolcro, portando unguenti per ungere la salma. Le donne trovarono
il sepolcro vuoto ed ebbero una visione di angeli che
annunciavano la resurrezione di Gesù (Matteo XXVIII, 5).
Le Pie donne al sepolcro
Maria Maddalena, in un
primo momento corre a raccontare quanto visto a Pietro e agli altri
apostoli, (Giovanni XX, 1-2). Ritornata al sepolcro, si soffermò
piangendo davanti alla porta della tomba. Qui il Signore
risorto le apparve, ma in un primo
momento non lo riconobbe.
Solo quando venne chiamata
per nome fu consapevole di trovarsi davanti Gesù Cristo in persona,
e la sua risposta fu nel grido di gioia e devozione, "Rabbunì",
cioè "maestro buono". Avrebbe voluto trattenerlo, ma Gesù
la invitò a non trattenerlo e le disse:
Non mi trattenere (Noli
me tangere), perché non sono ancora salito al Padre mio;
ma va' dai miei fratelli e dì loro: Sto ascendendo al Padre mio e al
Padre vostro, al Mio Dio e al vostro Dio.
(Giovanni XX, 17).
Noli me tangere
Nell'esegesi medioevale la
Maddalena è stata identificata anche con Maria di Betania, sorella
di Marta e del risorto Lazzaro e con la peccatrice (di cui non viene
detto il nome) che unge i piedi a Gesù a casa di Simone il Fariseo,
probabilmente a Nain, in Galilea:
Ed, ecco, una donna
in città, che era una peccatrice, quando lei seppe che Gesù sedeva
nella casa dei Farisei, portò una scatola di unguento, e si levò in
piedi ai suoi piedi dietro lui piangendo, e iniziò a lavare i suoi
piedi, e li pulì con i capelli della sua testa, e baciò i suoi
piedi, e li unse con l'unguento. (Luca,
VII, 36-40).
La Maddalena lava i piedi a Gesù
L'identificazione è
sostenuta dal fatto che Maria di Betania unge i piedi del Signore
mentre Gesù è festeggiato in una cena in casa di Simone il
lebbroso, la peccatrice senza nome mentre Gesù è in casa di un
fariseo che si chiama Simone. Sembra poco probabile che per due volte
in due luoghi differenti Gesù sia stato unto con una quantità di
olio di nardo avente esattamente lo stesso valore (Marco XIV, 5 e
Giovanni XII, 5) e che per due volte questo abbia dato luogo alle
stesse pesanti critiche da parte dei presenti.
La Legenda aurea, la
summa dell'agiografia medioevale compilata da Jacopo da Varagine nel
XIII secolo, riprende il racconto evangelico ma narra anche le
vicende della Maddalena dopo la morte di Gesù che iniziano con la
Partenza dalla Galilea:
(...) quattordici anni
dopo la passione del Signore, quando Stefano era stato già
martirizzato e gli altri discepoli scacciati dalla Giudea, i seguaci
di Cristo si separarono per le diverse regioni della Terra per
diffondere la parola di Dio. Tra i settantadue discepoli c'era il
beato Massimino a cui furono affidati da San Pietro Maria Maddalena,
Lazzaro, Marta, Marcella (la domestica di Marta) e il beato Celidoneo
cieco dalla nascita e risanato da Cristo e molti altri cristiani che
furono posti dagli infedeli su di una nave e spinti in mare senza
nocchiero perché vi perissero; ma per volere divino giunsero a
Marsiglia dove non vi fu alcuno che li volesse ricevere nelle proprie
case, cosicché dovettero ripararsi sotto il porticato di un tempio.
Partenza dalla Galilea
Lo stile degli affreschi
ricorda molto da vicino quelli delle chiese di Santo Stefano di Soleto e di Santa Caterina di Galatina nonchè quello delle miniature
trecentesche.
In prossimità della torre si trova un complesso di ambienti ipogei, in alcuni dei quali alcuni studiosi hanno identificato il ninfeo di Maria d'Enghien.
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