Secondo l'opinione di molti storici, Licario insieme a Giovanni Paleologo, fratello dell'imperatore, furono gli uomini d'arme al servizio di Michele VIII Paleologo (1259-1282) che arrecarono i più gravi danni alle Signorie latine della Grecia.
Tra il 1269 ed il 1270 la flotta bizantina, decisa a riprendere possesso delle isole dell'Egeo come preludio alla riconquista della Grecia continentale, al comando di Alessio Ducas Philantropenos, aveva espugnato la roccaforte di Oreos, capitale del terziere settentrionale.
Di fronte al persistente rifiuto dei baroni latini dell'isola di venire a patti con lui, Licario offrì i propri servigi all'ammiraglio bizantino.
L'imperatore Michele VIII Paleologo fu ben felice di prendere al suo servizio un corsaro che già si era fatto una certa fama e lo fece suo vassallo.
Nel 1272-1273, rafforzato da alcuni reparti bizantini inviatigli dall'imperatore, lanciò un'offensiva nel corso della quale strappò ai baroni latini numerose fortezze.
Tra il 1273 ed il 1275 fu inviato in Asia Minore dove riportò una vittoria contro i Turchi.
Nel 1276 riprese l'offensiva in Eubea assediando ed espugnando la sua città natale di Karystos, capoluogo del terziere meridionale. Per questa impresa l'imperatore lo compensò concedendogli in feudo l'intera isola di Eubea e dandogli in moglie una ricca nobildonna greca. Licario prese progressivamente il controllo del suo feudo e nel 1278 la sola roccaforte di Chalkis (Negroponte) era ancora nelle mani dai Latini.
Fu nominato dall'imperatore megas konostaulos (2), comandante di tutti i mercenari latini (1278) e successivamente megas dux, primo comandante straniero a ricoprire questa carica.
Al comando della flotta bizantina espugnò una dopo l'altra le isole di Skopelos, Skyros, Skiatos e Amorgos, che costituivano il feudo di Filippo Ghisi che fu catturato e inviato a Costantinopoli come prigioniero. Successivamente conquistò le isole di Citera e Anticitera e quindi Kea, Astypalia, Santorini e Lemnos.
Sul finire del 1279 fece ritorno in Eubea e, rafforzato da mercenari catalani, marciò su Negroponte. Il triarca Giberto II ed il duca di Atene Giovanni I de la Roche che si trovavano in città decisero di andargli incontro alla testa delle loro truppe. I due eserciti si scontrarono nei pressi del villaggio di Vatoundas, 7 miglia a nord est di Negroponte. Licario riportò una schiacciante vittoria e il duca ed il triarca furono catturati e portati a Costantinopoli come prigionieri dove, secondo quanto riferisce lo storico Niceforo Gregoras, il triarca, alla vista dell'odiato rinnegato acclamato dalla corte bizantina, morì sul colpo (3).
Dopo la vittoria di Vatoundas la città di Negroponte sembrava alla mercè dei bizantini ma il nuovo duca di Atene, Guglielmo I de la Roche e l'energico bailo veneziano Niccolò Morosini Rosso ne rafforzarono rapidamente le difese. Dinanzi alla prospettiva di un lungo ed estenuante assedio, Licario desistette e si dedicò ad eliminare le ultime sacche di resistenza latina nel resto dell'isola.
A questo punto, all'apice della sua fama, Licario scompare praticamente dalle fonti e si ignora quale fu il suo destino. Molto probabilmente si trasferì a Costantinopoli dove visse fino alla sua morte.
Le sue conquiste ebbero una durata effimera, già nel 1296 i veneziani ed i loro alleati latini avevano infatti ripreso il controllo di tutti i territori che Licario aveva occupato.
Note:
(1) Per la spartizione dell'isola di Eubea dopo la Quarta Crociata cfr. Ducato dell'Arcipelago, nota 1.
(2) Il titolo di megas konostaulos (gran conestabile) fu creato dall'imperatore niceno Giovanni III Vatatzes nel 1253 per designare il comandante dei mercenari latini al servizio dell'impero. Il primo a ricoprire questa carica fu il futuro imperatore Michele VIII Paleologo.
(3) Niceforo Gregoras, Bizantinae Historiae. Secondo lo storico veneziano Marino Torcello Sanudo (Istoria del Regno di Romania) Giberto II morì invece nel corso della battaglia.
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