sabato 2 marzo 2013

La Porta d'oro di Gerusalemme

La Porta d'oro di Gerusalemme


 La Porta d'oro si apriva sul lato orientale della spianata del Tempio ed è la più antica delle porte di Gerusalemme. Secondo alcuni studiosi la porta attualmente visibile risalirebbe all'epoca di Giustiniano (520 circa), secondo altri sarebbe invece stata costruita da maestranze bizantine al servizio dei califfi omayyadi alla fine del VII secolo. Sono stati comunque ritrovati resti di una porta più antica, risalente all'epoca del secondo Tempio (515 a.C).
Secondo la tradizione ebraica, quando il Tempio fu distrutto, la presenza divina (Shekhinah), che dimorava nel Sancta Sanctorum, se ne andò attraverso la Porta d'oro e proprio da lì rientrerà quando il Tempio sarà riedificato.
Secondo la tradizione cristiana lo stesso avverrà con il Secondo Avvento di Cristo mentre i Vangeli riportano come Gesù già fece attraverso questa porta il suo Ingresso in Gerusalemme (Baioforos) il giorno della Domenica delle Palme.

Ingresso a Gerusalemme, Monastero di Dafni, XI sec.

Gli Atti degli Apostoli (III, 1-8) collocano presso questa porta la guarigione di uno storpio ad opera di San Pietro:

Un giorno Pietro e Giovanni salivano al tempio per la preghiera verso le tre del pomeriggio.
Qui di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita e lo ponevano ogni giorno presso la porta del tempio detta "Bella " a chiedere l'elemosina a coloro che entravano nel tempio.
Questi, vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare nel tempio, domandò loro l'elemosina.
Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse : "Guarda verso di noi".
Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa.
Ma Pietro gli disse : "Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno, cammina !".
E, presolo per la mano destra, lo sollevò . Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava ; ed entrò con loro nel tempio camminando , saltando e lodando Dio .

Nel testo greco la porta è indicata con il termine tecnico specifico di Oraia (Ωραια=bella), ossia quella porta che si trovava non all'entrata del recinto sacro, com'è oggi, bensì all'interno e precisamente nell'Atrio delle donne. Una cattiva traduzione dal greco al latino deve aver fatto nascere, per assonanza della parola oraia con aurea, la denominazione di Porta d'oro.
Il vangelo apocrifo dello pseudo-Matteo (VIII-IX sec.) riprende questa denominazione e vi situa L'incontro tra Gioacchino ed Anna, dopo aver ricevuto dall'angelo l'annunciazione della nascita di Maria.


Dopo che da trenta giorni erano in cammino per ritornare e ormai vicini all'arrivo, l'angelo del Signore apparve ad Anna mentre se ne stava ritta in preghiera, e le disse: "Va ora alla porta che è detta Aurea, fatti incontro a tuo marito, oggi infatti verrà da te".
(Vangelo dello pseudo-Matteo, 3,5)

Incontro di Gioacchino e Anna davanti alla Porta d'oro
 chiesa della Theotokos, Trykomo, Cipro, primi XII sec.
 
Attraverso questa porta fece il suo ingresso nel 627 l'imperatore Eraclio (610-641), alla testa della processione che restituiva alla basilica del Santo Sepolcro la reliquia della Vera Croce trafugata dal re persiano Cosroe nel 614 (cfr. La leggenda della Vera Croce)

La Porta d'oro fu probabilmente definitivamente murata nel 1541 - in parte per ragioni difensive ed in parte per motivi connessi alle profezie messianiche - durante la ristrutturazione delle mura voluta da Solimano il magnifico, ma già in epoca crociata (XI-XII sec.) veniva aperta soltanto una volta l'anno, il giorno della Domenica delle Palme.
La chiusura della Porta d'oro sembra comunque essere anche una antica tradizione che risale all'epoca del Primo Tempio, come è ricordato in Ezechiele (44,1-3):

"Mi condusse poi alla porta esterna del santuario dalla parte di oriente: essa era chiusa. Mi disse: 'Questa porta rimarrà chiusa: non verrà aperta, nessuno vi passerà, perché c'è passato il Signore, Dio d'Israele. Perciò resterà chiusa. Ma il principe, il principe siederà in essa per cibarsi davanti al Signore: entrerà dal vestibolo della porta e di lì uscirà.'"

I due archi gemelli della Porta d'oro ebbero inoltre due distinti nomi, nella tradizione islamica, quello a nord venne chiamato Porta del Pentimento, quello a sud (unitamente alla tradizione ebraica) Porta della Misericordia.
Il nome arabo della porta è infine Bab a-daharya (Porta della Vita eterna), a sottolineare come alla fine del mondo i morti seppelliti nelle vicinanze risusciteranno per non morire più.

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