martedì 2 ottobre 2012

Palmanova


PALMANOVA


La prima pietra di fondazione della città fu posata il 7 ottobre 1593, nell' anniversario della battaglia di Lepanto.
I lavori per la realizzazione della prima cerchia di mura durarono circa trent'anni (1593-1623), assieme al fossato.
Il progetto è probabilmente il risultato del lavoro degli ingegneri militari veneziani - Vincenzo Scamozzi, Marc'Antonio Martinengo di Villachiara, nominato nel 1593 “capo de guerra” e, soprattutto, Giulio Savorgnan, ideatore delle fortificazioni di Nicosia (1567) con cui Palmanova presenta molti punti di contatto - sotto il coordinamento di Marcantonio Barbaro, primo Provveditore di Palmanova.
Nella sua storia Palmanova subì tre assedi (1809, 1814 e 1848), sempre da parte delle truppe austriache, ma non fu mai conquistata militarmente in quanto i nemici si guardavano bene dal tentare di forzarne le difese; ogni "passaggio di mano" della città fu dovuto esclusivamente alla sua perdita di importanza strategica in quanto veniva semplicemente "oltrepassata" e isolata dall'esercito attaccante durante le varie operazioni militari e perdeva quindi ogni sua deterrenza o significato difensivo. E' la sorte di tutte le fortezze statiche distribuite sul territorio a "pelle di leopardo" senza opere di collegamento tra esse.


La prima cinta difensiva, a forma di ennagono, presenta nove bastioni, a partire da Porta Cividale e in senso antiorario:
1. Del Monte.
2. Donato, da Leonardo Donato, uno dei membri della commissione di provveditori che fondò la città.
3. Barbaro, da Marcantonio Barbaro primo provveditore generale di Palmanova.
4. Grimani, da Marino Grimani, altro membro della commissione.
5. Savorgnan, da Giulio Savorgnan, ingegnere militare veneziano che collaborò alla stesura del progetto.
6. Foscarini, da Jacopo Foscarini, membro della commissione dei provveditori.
7. Villachiara, da Marc'Antonio Martinengo di Villachiara, altro ingegnere progettista.
8. Contarini, da Zaccaria Contarini, membro della commissione dei provveditori.
9. Garzoni, membro della commissione dei provveditori.

La costruzione della seconda cerchia fortificata viene iniziata nel 1658 con l'esecuzione dei rivellini a protezione delle tre porte d'ingresso alla fortezza, e termina nel 1690.

La terza cerchia, la più esterna, formata dalle cosiddette lunette napoleoniche viene costruita a partire dal 1806 da Napoleone che incarica del progetto il generale del genio Chasselops. Alla direzione dei lavori attende il maggiore Laurent e alla supervisione Eugenio di Beauharnais. Le opere si protraggono fino al 1813, anno dell'abbandono del Friuli da parte delle truppe francesi.


Esistono due leggende legate alla fondazione di Palmanova.
La prima narra di un pastore di nome Camotio che addormentatosi nel luogo in cui successivamente sorse la città, corse dai suoi amici giurando di aver avuto come visione una grandiosa fortezza a forma di stella che lì sarebbe sorta. Lo presero per ubriaco e lo beffeggiarono.
Un’altra narra che quindici provveditori, durante un sondaggio del terreno, furono colpiti da un temporale e trovarono riparo in una cappella di quel luogo desolato. Mentre erano in attesa che la pioggia cessasse, una ragnatela cadde dal soffitto posizionandosi perfettamente davanti a loro. Ed ecco che ebbero come un’illuminazione per il progetto della futura fortezza.

Dalle tre porte d'accesso e dai vertici di tre bastioni della cinta si dirama una raggiera di sei strade, che confluiscono ai vertici di una vasta piazza esagonale (Piazza grande), posta al centro dell'impianto stellare della città fortificata.
La Piazza Grande appare libera in forma esagonale con un canale d’acqua all’intorno e tre coppie di sei statue di Provveditori di Palmanova poste a sottolineare l'inizio delle strade verso le tre porte urbane principali.

 
Statua di Leonardo Donà delle rose, Provveditore di Palmanova dal 1682 al 1684, data a cui risale anche la statua. I bassorilievi raffigurano due bracciali dotati di cubitiera. Tre rosette di cui due entro due scudi alludono alle armi di Donà. Sulle facce laterali sono raffigurate altre panoplie in cui compaiono spade ricurve che alludono a trofei turchi.

Tutte le funzioni direzionali della piazzaforte sono ubicate al centro del sistema proprio nella Piazza Grande: il comando nel palazzo del provveditore generale così come i capi di servizio e del comando truppe, le funzioni carcerarie per militari e l’ospedale.
Nel complesso la piazza rimane nella sua configurazione vuota, enormemente dilatata, una piazza d’armi, fortemente segnata dalla necessità di ampi spazi per manovrarvi le armate.
Al centro di essa sorge un pozzo in pietra d'Istria con tre nicchie indirizzate verso i tre borghi. Su questa base si erge l'alto pennone su cui sventolava lo stendardo di Venezia: testimone inesorabile delle vicende della fortezza e simbolo di Palmanova.


Gli edifici militari che si affacciano sulla piazza sono caratterizzati da una pianta rettangolare o quadrata e da una bassa struttura a tre piani.

Palazzo dei Provveditori fatto costruire nel 1598 da Marc'antonio Memmo e successivamente ampliato da Giovanni Pasqualigo.


Loggia della Gran Guardia a fianco del Palazzo dei Provveditori, senza soluzione di continuità, c’è la Loggia della Gran Guardia, costruita tra il 1620 e il 1625, che ospitava il corpo di guardia a tutela della piazza e del Provveditore.
La parte terminale della Loggia, sopraelevata negli anni venti del ‘900 e trasformata in Monumento ai Caduti, contenne nella prima metà dell’Ottocento un teatro.
Nelle grandi arcate sono stati sistemati i cancelli in ferro battuto che anticamente erano situati alle porte della città.


Nell'angolo formato dal congiungersi del Palazzo dei Provveditori con la Loggia della Gran Guardia , il provveditore Alvise Priuli fece erigere nel 1654 la Piramide della Verginità, a simboleggiare la verginità di Palmanova mai violata da armi nemiche.

Palazzo del Governatore delle Armi fatto costruire nel 1613 dal Provveditore Benedetto Tagliapietra, per ospitare il Governatore che fino a questo momento aveva risieduto fuori dalla città fortificata.



Le Porte cittadine

Porta Cividale: 1604-5 è opera probabilmente di Vincenzo Scamozzi come le altre due. Rivestita in bugnato rustico con pietra bianca e grigia, presenta delle linee robuste e severe, dotata di due garitte laterali (torrette di guardia) collegate da una balaustra con pilastrini.

Quando furono costruiti i rivellini a protezione delle porte (1658-1690), l’ingresso in città avveniva in realtà attraverso questa controporta aperta sul fianco sinistro del rivellino costruito anteriormente alla porta Cividale.



Porta Cividale, facciata interna

 Porta Cividale, corte interna

portico laterale con al centro un camino; sulla destra, sormontato da stemma e da un'apertura ad oblò, il portoncino d'accesso al corpo di guardia e all'alloggio ufficiali. Questa conformazione interna si ripete sostanzialmente analoga in tutte e tre le porte.

Bastione Del Monte, posto a protezione del fianco settentrionale della porta

  
Porta Udine: 1605, richiama l'arco trionfale classico. I tetti aguzzi delle garitte che prolungano le paraste laterali e le guglie che prolungano le semicolonne che fiancheggiano la porta ne accentuano la verticalità. Sulla facciata esterna il leone marciano era appoggiato sul basamento tra i due piccoli obelischi.




 Porta Udine: ingranaggi per la movimentazione del ponte levatoio


 
Ponte canale dell'acquedotto: fatto edificare in pietra di Medea nel 1665 dal Provveditore Alvise Molin in sostituzione di una precedente versione in legno, entra in città in prossimità della porta Udine.

Porta di Aquileia: edificata nel 1598 su disegno dello Scamozzi. Detta anche Porta de Mar perchè rivolta verso l'Adriatico. Nonostante sia la più antica delle tre porte è anche la meno classica: la linea del timpano, spezzata e mossa dalle doppie volute, prelude infatti al gusto barocco e attenua, insieme all'eliminazione delle semicolonne, i rimandi all'arco trionfale della classicità a cui s'ispiravano le porte rinascimentali.
Nelle metope del fregio sono scolpiti gli stemmi di alcuni Provveditori e Tesorieri di Palmanova.


La controporta aperta nel rivellino che protegge la porta di Aquileia

Il modulo fortificatorio impiegato a Palmanova



A. Cortinatratto di muro che collega due bastioni; può essere "cieca" cioè a muro continuo senza aperture oppure munita di porta.

B. Cavaliere: postazioni sopraelevate poste alle estremità della cortina. Vi venivano dislocate le artiglierie più potenti che, nascoste alla vista, potevano sparare a "cavallo" della struttura del bastione.

C. Bastionepunto forte d'angolo dalla caratteristica forma a punta di freccia con due "orecchioni" laterali a sporto che servivano a coprire le vie di sortita. Nella progettazione della sua geometria moltissima cura veniva messa nel tentativo di ridurre al minimo i cosiddetti "angoli morti" che non potevano essere battuti dal fuoco di difesa e che potevano costituire pericolosissimi punti di attestazione del nemico che, giunto a ridosso della struttura, ne veniva da essa stessa riparato.

D. Falsabraga: terrapieno rettilineo costruito in linea parallela ed anteriormente alla cortina a livello del fossato. E’ provvisto di una breve galleria di attraversamento centrale. Serviva ad attutire ed assorbire i colpi in arrivo e ad offrire riparo ai difensori usciti dalla "sortita" e pronti a contrattaccare o a rinforzare le strutture difensive più esterne.

E. Fossato

F. Rivellino:  opera fortificata esterna di forma triangolare posta a difesa della cortina o della porta. Aveva una struttura ed un armamento simile a quello del bastione; era munito di "false porte" per ingannare l'attaccante il quale, ritenendo di poter penetrare nel cuore della fortezza attraverso di esse, si ritrovava invece in una trappola tra la scarpa e la controscarpa del fossato.

G. Lunetta:  struttura difensiva in asse con il bastione all'esterno della cerchia dei rivellini; a Palmanova è ben evidente la loro costruzione in epoca successiva (1806-1813) alla luce di concetti tattico-difensivi più evoluti infatti, oltre a presentare la medesima struttura del rivellino, hanno al centro una casamatta dotata di artiglierie.

H. Porta

Lunetta napoleonica























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