A circa 5 km dal villaggio di Kakopetria, alle pendici dei monti Trodos.
lato settentrionale
E' il katholikon dell'omonimo monastero fondato nell'XI secolo ma che rimase attivo e fiorente anche durante la dominazione dei Lusignano come dimostrano le decorazioni che risalgono a questo periodo e la grande icona di S.Nicola (fine XIII sec., fino al 1967 era collocata nella chiesa, oggi è conservata nel Museo bizantino di Nicosia) che fu donata al monastero da un cavaliere franco.
La grande icona (203x158 cm.) raffigura San Nicola, in piedi al centro sotto un arco trilobato, nella veste episcopale bizantina: il manto color rosso prugna e la veste blu, fasciato dall'omoforion con le tre Croci dorate.
Il santo, con lo sguardo ieratico, barba e capelli perfettamente tracciati, è raffigurato nell'atto della benedizione e con la sinistra presenta il Vangelo dalla ricca copertina dorata in rilievo. Il capo di San Nicola è circondato da una maestosa aureola decorata con un viticcio attorcigliato e rosette a rilievo simile alla decorazione dell'arco. In alto le figurette di Cristo e di Maria porgono al santo le insegne della dignità episcopale.
Il santo, con lo sguardo ieratico, barba e capelli perfettamente tracciati, è raffigurato nell'atto della benedizione e con la sinistra presenta il Vangelo dalla ricca copertina dorata in rilievo. Il capo di San Nicola è circondato da una maestosa aureola decorata con un viticcio attorcigliato e rosette a rilievo simile alla decorazione dell'arco. In alto le figurette di Cristo e di Maria porgono al santo le insegne della dignità episcopale.
Ai suoi piedi il committente, un cavaliere crociato in armatura azzurra, accanto al cavallo con ricca gualdrappa, e la famiglia, moglie in manto rosso e figlia.
I lati lunghi dell'icona sono occupati da due colonne di riquadri con episodi e miracoli di San Nicola. Sei riquadri a sinistra e otto a destra con più storie per un totale di 18.
Nell' "impaginazione" della tavola c'è un accorgimento di grande sottigliezza. La parte centrale secondo il profilo dell'arco è stata "scavata" per sette millimetri e così tutte le scene circostanti fanno da cornice a San Nicola.
L'icona è un dipinto dai materiali preziosi, l'abbondanza delle lamine metalliche e di lapislazzuli più costosi dell'oro, la lacca, il cinabro. Deve aver avuto un committente ricchissimo per pretendere questi materiali.
Il fiore che compare nel viticcio dell'arco dell'icona è il giglio, una decorazione che compare in altre icone cipriote del XIII secolo. L'abbigliamento dei committenti ai piedi del santo e l'aquila imperiale rossa su fondo bianco della veste del cavaliere (e sulla gualdrappa del cavallo e sullo scudo), "suggeriscono" l'appartenenza al casato latino dei Ravendel che con l'icona intendeva sottolineare la sua influenza nella regione di Kakopetrià. Si è anche proposto che il cavaliere sia giunto a Cipro dopo la caduta di Acri nel 1291, l'ultimo baluardo del regno crociato di Gerusalemme.
La caduta del colore in perfetta corrispondenza del volto del cavaliere (e il volto della moglie grattato rabbiosamente), fanno venire il sospetto che ci siano stati interventi voluti in occasione della tramontata fortuna dei Ravendel.
Tra le iscrizioni (tutte in greco) presenti sull'icona compare per la prima volta la chiesa come dedicata a "San Nicola tes stegis".
Tra le iscrizioni (tutte in greco) presenti sull'icona compare per la prima volta la chiesa come dedicata a "San Nicola tes stegis".
L'icona di S.Nicola del tetto dopo il restauro del 2007
La chiesa è del tipo a croce greca inscritta ricoperta da cupola centrale e fu originariamente costruita priva di nartece che fu aggiunto ai primi del XII secolo.
Alla fine del XII sec, la chiesa fu ricoperta da un secondo tetto a spiovente che nasconde attualmente la forma a croce greca inscritta e la cupola. La ragione per aggiungere questa nuova copertura fu evidentemente quella di proteggere la chiesa e gli affreschi dalla pioggia e dalla neve dei monti Trodos. Fu probabilmente la prima chiesa in quest'area a cui venne aggiunto un secondo tetto come misura protettiva dalla cui presenza deriva anche il nome.
Angolo sudorientale
Dopo il 1260 divenne la sede dell'arcivescovo ortodosso di Cipro.
All'interno, come già osservato, si susseguono decorazioni a fresco che risalgono a diversi periodi.
Quelle più antiche sono coeve alla fondazione della chiesa e risalgono all'XI secolo. Si distinguono essenzialmente per l'uso di una gamma cromatica ridotta rispetto a quelle successive.
Catino absidale: la Teotokos tra gli Arcangeli Michele e Gabriele.
Volta del bema: Ascensione e Pentecoste (molto danneggiata).
Ascensione
Volta del braccio occidentale della croce: Trasfigurazione e Resurrezione di Lazzaro. Ingresso a Gerusalemme.
Trasfigurazione e Resurrezione di Lazzaro
Ingresso a Gerusalemme
Alla prima decade del XII secolo appartengono invece:
San Nicola fiancheggiato da Cristo e dalla Vergine che gli offrono le insegne episcopali. Più in basso, in abiti monacali, la figura del donatore della chiesa. La grande icona del XIII secolo precedentemente descritta era collocata a ricoprire questa immagine.
I Quaranta martiri di Sebaste
Tra gli affreschi del XIV secolo sono da segnalare la Natività, nella volta del braccio meridionale della croce, e il ritratto a figura intera dei santi militari Teodoro e Giorgio sul pilastro nordoccidentale della cupola. Alcuni degli affreschi di questo periodo che ricoprivano quelli più antichi sono stati rimossi e sono oggi visibili nel Museo bizantino di Nicosia.
Natività. Da notare l'inusuale raffigurazione della Vergine nell'atto di di offrire al bambino il seno materno
S.Teodoro e S.Giorgio vestiti secondo la foggia militare latina
L'ultima fase della decorazione pittorica risale al 1633, ad essa appartengono i ritratti di S.Pietro e S.Paolo sui pilastri orientali della cupola accanto all'iconostasi che è della stessa epoca.
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