martedì 28 febbraio 2012

Castello di Lindos

Castello di Lindos


Nel 1317 i Cavalieri fortificarono l’acropoli di Lindos sui resti di una precedente fortificazione bizantina, costruendovi all’interno anche il Palazzo dell’Ordine.
Originariamente la fortezza presentava le seguenti torri:
1.      Torre pentagonale, lungo il lato sud, che controllava il porto, l’abitato e la strada verso sud.
2.      Larga torre circolare, ad est, che guardava il mare.
3.      Torre circolare
4.      Torre angolare, entrambe lungo il lato est.
In epoca turca furono costruiti i bastioni in corrispondenza dei tre angoli della fortezza.



Acropoli

2. Torre bizantina


4. Rilievo della nave: è intagliato nella roccia alla base della scalinata che conduce alla parte principale dell’acropoli (180-170 aC.). Su di questa era collocata la statua del generale Agesandro Mikkion opera di Pitocrite, presunto autore anche della Nike di Samotracia.


6. Palazzo dell'Ordine




9. Tempio romano: situato di fronte alla Stoa guarda l’acropoli.  E’ del tipo in antis e risale al 300 dC. E’ eretto su un podio rialzato e privo di opitodomo. Era destinato al culto imperiale e probabilmente dedicato a Diocleziano

11. Stoa: Fine III sec aC. E’ lunga 87 m. e consiste di 42 colonne con due ali aggettanti.
Lo spazio prospiciente alla Stoa fu esteso in epoca successiva con la costruzione di due cisterne coperte per raccogliere l’acqua piovana dal tetto della Stoa e dalla scalea dei Propilei. Lo spiazzo così formatosi fu sostenuto da sostruzioni ad arco ancora visibili.

12. Chiesa di S.Giovanni: sulla destra della Stoa con pianta a croce latina inscritta e cupola. Di incerta datazione tra l’XI e il XIV sec. Probabilmente edificata sui resti di una chiesa precedente (VI sec.?)

Abside

17. Tempio di Athena Lindia: l’aspetto attuale risale al IV sec. Quando, a seguito di un incendio il tempio fu ricostruito in forma di anfiprostilo. All’interno è ripartito in pronao, naos e opistodomo, le cui colonne sono congiunte da balaustra a formare una stanza del tesoro.
All’interno si distinguono il basamento della statua della dea e la tavola delle offerte.
Era costruito in pietra calcarea rivestita d’intonaco. La parte superiore (architrave e cornice) era dipinta a palmette e motivi sinuosi.

sabato 25 febbraio 2012

Alberi genealogici

Dinastia degli Amali, Re d'Italia (493-540)


Genealogia dei Foca (IX-XI secolo)


Dinastia degli Angeli (1185-1204)

 
Dinastia dei Lascaridi (1208-1261)*
 
 
* Quest'albero genealogico è presentato in forma leggermente semplificata per mostrare le relazioni tra le varie famiglie regnanti

Dinastia dei Paleologhi (1261-1453)

 
 
Dinastia dei Tocco, Despoti d'Epiro (1411-1449)
 
 
Dinastia degli Acciaiuoli, Duchi di Atene (1394-1460)
 

 
Dinastia dei Crespo, Duchi di Nasso (1383-1566)
 
 



 

domenica 5 febbraio 2012

Basilica dei SS.Cosma e Damiano


Basilica dei SS.Cosma e Damiano

La basilica fu costruita riadattando un paio di ambienti del Tempio della Pace, a cui si accedeva dal lato del Foro Romano tramite un atrio di ingresso a pianta circolare, già trasformato da Massenzio in un tempio che, secondo una tradizione medievale messa in dubbio dal molti, era dedicato al proprio figlio (Valerio Romolo) divinizzato e morto prematuramente (tempio del Divo Romolo).
Il tempio venne donato da Teodorico il Grande re degli Ostrogoti e da sua figlia Amalasunta nel 527 a papa Felice IV, insieme alla biblioteca del Foro della Pace e il papa unì i due edifici per formare una basilica dedicata ai due santi greci, Cosma e Damiano, in contrasto con l'antico culto dei Dioscuri, Castore e Polluce, che erano stati venerati sino alla chiusura nel vicino tempio situato nel Foro Romano.



Nel IX secolo vennero collocati nella chiesa i busti dei santi Marco e Marcello, che vennero riscoperti nel 1583 durante il pontificato di papa Gregorio XIII.
L'ingresso della basilica, in via dei Fori Imperiali, risale alla risistemazione del complesso del 1947, quando l'ingresso principale venne spostato dal Foro a via dei Fori Imperiali
Nel 1632 papa Urbano VIII ordinò il restauro della basilica. Il lavoro, progettato da Orazio Torriani e diretto da Luigi Arrigucci, consisté nel rialzamento di ben 7 m del livello del terreno, che fu quindi portato alla quota del Campo Vaccino, in modo da evitare infiltrazioni d'acqua. L'antico pavimento della basilica è tutt'oggi visibile nella "chiesa inferiore", costituita negli spazi originari attualmente interrati.
Nel 1947 la vecchia entrata attraverso il c.d. tempio di Romolo venne chiusa e sostituita da un nuovo ingresso realizzato su via dei Fori Imperiali. Contemporaneamente il c.d. tempio di Romolo fu ripristinato nello stato di epoca romana.

 
catino absidale (526-530): a sinistra del Cristo S.Paolo presenta S.Cosma seguito da papa Felice IV che offre il modellino della chiesa (papa Gregorio XIII aveva fatto sovrapporre le fattezze di S.Gregorio Magno a quelle di papa Felice che furono però ripristinate nel corso del restauro del XVII sec.); a destra S.Pietro introduce S.Damiano seguito da S.Teodoro. I tre santi recano nelle mani la corona del martirio. Su un ramo della palma dal lato di S.Paolo si nota la fenice nimbata, simbolo della resurrezione.
Il mosaico rappresenta infatti il Secondo Avvento (Parousia) e la figura del Cristo, che porta nella sinistra il rotolo delle Legge, poggia i piedi su nuvole rosse a simboleggiare l'aurora. Le altre figure poggiano invece sulla riva del Giordano, individuato da una iscrizione. Nella fascia sottostante, al centro l'Agnello di Dio, circonfuso da una aureola argentata e ritto su una collinetta da cui sgorgano i quattro fiumi del Paradiso, attorniato da dodici pecore che rappresentano gli apostoli.



arco trionfale: risale anch'esso al VI secolo ma venne completato successivamente, durante il pontificato di Sergio I (692-701). Al centro della composizione l'Agnello di Dio siede su un trono riccamente decorato, sormontato da una croce e con ai suoi piedi il rotolo dei sette sigilli. E' fiancheggiato da sette candelabri, da quattro angeli e più lateralmente dall'angelo che rappresenta S.Matteo, sulla sinistra e dall'aquila di S.Giovanni sulla destra. Le figure dei due evangelisti mancanti andarono infatti perdute durante il restauro del XVII secolo.





sabato 4 febbraio 2012

Mausoleo di Onorio, Roma

Mausoleo di Onorio (cappella di S.Petronilla)

 Era annesso all'antica basilica di S.Pietro (contrassegnato dalla lettera“d” nell'incisione di Tiberio Alfarano del 1590).



Nel giugno 1458, sotto il pontificato di Callisto III (1455-1458), in questa cappella fu trovato un sontuoso sarcofago in marmo contenente due bare in cipresso, una grande e una piccola, foderate d'argento, con all'interno due corpi, un adulto e un bambino, avvolti in vestiti intessuti d'oro (i metalli preziosi furono fatti fondere dal papa).
Alcuni studiosi hanno ipotizzato che si potesse trattare dei resti di Galla Placidia e del suo primogenito Teodosio, dato che una cronaca anonima del V secolo narra che nel 450 (anno anche della morte di Teodosio II, che però fu sepolto a Costantinopoli) Placidia, papa Leone e l'intero Senato romano parteciparono alla sepoltura del corpo di "Teodosio" nella cappella presso la basilica dell'apostolo Pietro. Il figlio di Placidia e Ataulfo fu però sepolto in una “bara d'argento” in una chiesa di Barcellona anche se le sue spoglie potrebbero essere state poi successivamente traslate prima a Ravenna e poi, in questa occasione, a Roma.
Nel mausoleo onoriano furono sepolti anche lo stesso imperatore e le imperatrici Maria e Termanzia, le figlie di Stilicone che egli sposò in successione (Maria morì nel 407 e Onorio sposò Termanzia l'anno successivo).
Nel 1544 la tomba di Maria fu aperta, e vi furono ritrovati i resti dell'imperatrice con un sontuoso corredo di preziosi, composti dal mundus muliebris (doni nuziali) di Maria e dalla sua toletta personale.
L'altro mausoleo (contrassegnato dalla lettera "e") a pianta circolare accanto all'antica basilica di S.Pietro sotto quello di Onorio è probabilmente un cenotafio dell'imperatore Teodosio.
I due mausolei erano connessi tra loro per mezzo di un nartece e comunicavano con la parte settentrionale del transetto della basilica per mezzo di un altro nartece.


Pendente appartenente al mundus muliebris dell'imperatrice Maria
Museo del Louvre, Parigi

Il monogramma del chi ro è formato dall'intersecarsi dei nomi dei suoi genitori (Stilicone e Serena) con quello di Onorio e la parola vivatis